A poche ore della fine del concertone arrivano le critiche sul finale “politico” della Notte della Taranta di Melpignano.
La vicepresidente della Provincia di Lecce, Simona Manca in una suo commento pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook critica così:
“La Notte della Taranta, ancora una volta, è stata uno spettacolo eccezionale, con il quale il Salento puntualmente celebra la sua cultura e la sua identità. Ma non ho motivo di dubitare che anche senza l’intrusione di “Bella Ciao” sarebbe stato un evento ugualmente bello e coinvolgente”. Così la vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Lecce Simona Manca commenta La Notte della Taranta ed in particolare la scelta di far eseguire “Bella Ciao”.
“Stiamo parlando di una canzone che celebra valori che appartengono a tutti gli italiani – spiega Simona Manca – e che è figlia di un periodo storico fondamentale nel processo di costituzione della nostra Repubblica e dei suoi principi in cui tutti ci riconosciamo in maniera assoluta e convinta. Una canzone, peraltro, sempre molto piacevole da ascoltare. Sfido chiunque, però, a smentire che negli anni “Bella Ciao” sia diventata inequivocabilmente la canzone di una precisa parte politica del nostro Paese, sigla di decine e decine di Feste dell’Unità, di manifestazioni della Cgil e di qualunque evento della sinistra italiana.
Mi chiedo allora – pone il quesito la Manca – l’opportunità di celebrare questo inno politico nel festival della tradizione musicale salentina, che è patrimonio culturale di tutti. Ho ravvisato una sconvenienza e una irragionevolezza di fondo nel suggellare oltre tre ore di musica popolare e di sonorità e atmosfere balcaniche con “Bella Ciao”. Non credo che alcun vecchio cantore di pizzica sarebbe contento di veder associati i brani della tradizione a simboli politici, che siano di sinistra, di destra o di centro. E non so francamente che idea possano farsi le migliaia di turisti stregati dai nostri tamburelli e che sono stati “sorpresi” da “Bella Ciao”. La Notte della Taranta -conclude la vicepresidente- è senza dubbio uno dei più importanti appuntamenti con la cultura salentina, nel quale le Istituzioni investono soldi pubblici. Ripeto una ovvietà (ma è necessario in questo caso) dicendo che la cultura è di tutti e non ha colori politici. Nemmeno la Taranta”.
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