In una preoccupante svolta per l’agricoltura locale, un nuovo ceppo della Xylella fastidiosa è stato individuato a Triggiano, nella provincia di Bari. L’annuncio è giunto direttamente dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, il quale ha confermato la presenza della variante denominata ‘Xylella fastidiosa fastidiosa’.
Le analisi di laboratorio condotte su sei piante di mandorlo hanno ufficialmente confermato la diagnosi ieri, sollevando seri timori tra gli agricoltori della zona. Oggi, il dipartimento Agricoltura prevede di emanare un’ordinanza per l’abbattimento degli alberi infetti, una misura drasticamente necessaria per evitare la diffusione della pericolosa malattia.
Ulteriori analisi saranno effettuate su piante situate nell’arco di 800 metri dalla zona colpita, al fine di valutare l’entità della diffusione del ceppo e implementare eventuali misure preventive. La comunità agricola è ora in allerta massima, mentre le autorità cercano di contenere la potenziale minaccia per le coltivazioni locali.
La Xylella fastidiosa è nota per il suo impatto devastante sulle piante ospiti, e la scoperta di un nuovo ceppo solleva nuove sfide per gli sforzi di controllo e prevenzione. Gli esperti stanno collaborando attivamente con le autorità locali per affrontare la situazione e proteggere il settore agricolo dalla diffusione della malattia.
“Questa scoperta – commenta Pentassuglia – mette in evidenza il grande lavoro che stiamo facendo in Puglia, non lasciando nulla al caso ma continuando con un monitoraggio costante. Effettuiamo verifiche e campionamenti in oltre cento siti, e questa scoperta è il risultato di questo lavoro impegnativo ma efficace”. La Regione, infatti, effettua indagini sui vettori e quindi sugli insetti, e proprio durante questa attività a campione è stata individuata la nuova variante di Xylella. “Non dobbiamo creare allarmismi – prosegue Pentassuglia – ma nemmeno abbassare la guardia, anzi. Non sappiamo ancora se la variante è più o meno aggressiva, se è virulenta, lo stabiliranno gli accertamenti. Ma quello che dobbiamo fare è usare massima cautela perché potenzialmente il vettore può colpire anche le piante di vite“.
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