Questa è una preparazioni del duca di Buonvicino , estratta dal suo “Trattato di cucina teorico pratica”.
Ingredienti
Vongole – vermicelli – prezzemolo – olio d’oliva – sale – pepe
Preparazione
Lavare sotto acqua corrente delle vongole e passarle in un tegame con un pò di olio per farle aprire.
Togliere i molluschi dalle valve e recuperare il fondo di cottura (filtrato).
In una padella capiente scaldare dell’olio, unirvi il liquido delle vongole, sale e pepe.
Aggiungervi dei vermicelli, precedentemente cotti al dente, i molluschi, del prezzemolo tritato, e saltare per alcuni minuti.
Servire i vermicelli alle vongole caldissimi.
Ippolito Cavalcanti, biografia
Discendeva dall’antica famiglia nobile dalla quale proveniva il più famoso Guido Cavalcanti, poeta nonché amico di Dante. La famiglia nel 1311 lasciò la Toscana per trasferirsi nel Regno di Napoli, dove nel 1331 Giovanna I nominò viceré uno dei Cavalcanti. Già baroni di Buonvicino, i Cavalcanti nel 1720 ricevettero il titolo di duchi del medesimo feudo, in Calabria citeriore.
Ippolito nasce da Guido Cavalcanti, quarto duca di Buonvicino e quarto di Montemurro dal 1799, patrizio di Cosenza, Governatore di Tropea nel 1783, governatore di Napoli nel 1785, e dalla sua seconda moglie, Anna Capparelli.
Nel 1810 sposa Angela Como dei duchi di Casalnuovo e baroni di Santo Stefano Molise.
Con il cognato Giuseppe Como, barone di Santo Stefano, Ippolito Cavalcanti fece parte degli eletti di Napoli, una ristretta cerchia di nobili che collaboravano al governo della città.
Opere
Il suo trattato Cucina teorico-pratica, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1837 alla quale aggiunge, nella seconda edizione del 1839, l’appendice Cusina casarinola co la lengua napolitana, presenta numerose ricette dell’epoca, provenienti dalle diverse classi sociali. Il libro ebbe, dal 1837 al 1865 nove edizioni, abbastanza diverse fra di loro in quanto venivano continuamente ampliate dall’autore. La Cucina teorico-pratica è un compendio di cucina tradizionale napoletana, alcune delle ricette sono di ispirazione francese, in quanto la cucina d’Oltralpe era all’epoca molto presente sulle mense dell’aristocrazia o dell’alta borghesia, l’appendice ci riporta invece alla cucina casaereccia in uso all’epoca presso il popolo.
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