Continuano a ritmo serrato le indagini per delineare i contorni dell’omicidio e far luce sugli istanti che hanno immediatamente preceduto la morte del 39enne di Palagiano.
I poliziotti, allertati dal fratello, sono arrivati in pochi minuti sul posto ed hanno immediatamente avviato le indagini, ispezionando gli impervi cunicoli sotto le fondamenta dello stabile alla ricerca dei due presunti responsabili dell’efferato omicidio. Cunicoli abilmente scavati e di difficilissimo accesso se non per i residenti del condominio.
Con non poche difficoltà, tra il fango ed il buio assoluto, i poliziotti hanno iniziato ad ispezionare i cunicoli, recuperando prima due pistole: la prima una Beretta cal. 9 con la matricola abrasa e con un proiettile inceppato nella canna, e poco distante una “Carl Water” cal. 9 completa di caricatore con tre proiettili, entrambe con evidenti tracce ematiche.
Con l’aiuto delle fotoelettriche dei Vigili del Fuoco, nel frattempo arrivati a dare ausilio, i poliziotti hanno seguito alcune impronte e tracce di sangue che poi hanno portato alla scoperta del cadavere, che presentava ferite d’arma da fuoco al torace ed evidenti lesioni al capo ed al corpo probabilmente procurate da un martello ritrovato nelle immediate vicinanze.
Le ferite, poi analizzate dal medico legale, hanno inequivocabilmente delineato l’efferatezza con la quale è stato compiuto l’omicidio, accanendosi in modo violento sulla vittima, per poi ucciderlo con i colpi di pistola .
Contemporaneamente gli altri agenti della Squadra Mobile, impegnati nell’individuazione dei responsabili, hanno fermato in due appartamenti al primo piano dello stesso stabile, i due pregiudicati poi sottoposti a fermo.
Vani sono stati i loro tentativi di ripulirsi e di cambiarsi gli indumenti cercando di disfarsi di quelli inevitabilmente sporchi di fango e sangue.
Gli alibi costruiti dai fermati, con il conforto dei loro rispettivi familiari, sono apparsi immediatamente lacunosi e privi di fondamento e sono stati smentiti dagli investigatori che per tutta la notte hanno tenuto sotto interrogatorio tutte le persone coinvolte nella vicenda.
Sin da subito è apparsa inconsistente la giustificazione del Nigro, circa delle importanti escoriazioni che aveva sul volto e che a suo dire erano state procurate durante il suo lavoro da trasportatore.
Le successive perquisizioni, eseguite ieri mattina sempre all’interno del sottoscala, hanno poi portato al ritrovamento di 11 pistole tutte perfettamente conservate e pronte all’uso, un coltello, tre chili e mezzo di eroina pura, due chili e mezzo di cocaina la maggior parte ancora in pietra che si aggiungono alle oltre 200 dosi preconfezionate della stessa sostanza stupefacente recuperate la sera precedente.
La ricerca resa difficile dalla già precarie conformazione del sottoscala, ha permesso di recuperare la droga e le armi, solo dopo una meticolosa ispezione dei luoghi.
Alcune pistole, infatti, erano occultate all’interno di due casseforti chiuse a chiave, cementate nel terreno e coperte da cumuli di terra, mentre la droga era nascosta all’interno di alcuni tubi fognari in disuso o in apposite nicchie scavate per l’occasione.
“Il Balzo attualmente agli arresti domiciliari” riferisce il Vice Questore dr. FULVIO Manco, Dirigente della Squadra Mobile “e’ una vecchia conoscenza delle Forze dell’Ordine e in passato era stato già tratto in arresto per reati in materia di droga. Da tempo era considerato al vertice di quella piazza di spaccio delle “case parcheggio”. Le continue operazioni antidroga effettuate dalla Polizia di Stato sul territorio Jonico, hanno permesso di delineare l’ampiezza del fenomeno, che sia nel capoluogo che nell’intera provincia registra la presenza di sodalizi criminali che nelle zone di loro competenza esercitano un’intensa attività di spaccio.
Riprova ne è l’operazione “Cupola” della Squadra Mobile che poco più di un mese fa ha smantellato due articolate organizzazioni criminali dedite nella zona orientale della provincia ionica ad un notevole traffico di sostanze stupefacenti.
Nel capoluogo la Polizia di Stato è costantemente impegnata nel contrasto allo spaccio “al minuto” con il continuo monitoraggio delle zone abitualmente teatro di questi illeciti traffici, culminati poi nei numerosi arresti di pusher effettuati dai Falchi della Squadra Mobile e nei conseguenti sequestri di dosi pronte per lo spaccio ”
Le continue indagini e le diverse operazioni antidroga avvenute negli ultimi tempi hanno permesso di delineare la fiorente attività del gruppo con a capo il 40enne pluripregiudicato con un volume d’affare giornaliero di alcune centinaia di dosi di cocaina ed eroina vendute e – con il ritrovamento delle undici pistole – di accertare il loro enorme potenziale di fuoco.
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