LECCE – Una notte fatale a Manduria ha portato alla tragica morte di Natale Naser Bahtijari, un giovane di 21 anni proveniente da Campi Salentina e residente a Lecce. Il suo destino si è intrecciato con il mondo dello spaccio, quando, a febbraio, fu incaricato dal fratello di riscuotere il pagamento di una partita di 100 grammi di cocaina. Tuttavia, la missione si trasformò in tragedia quando Natale Bahtijari fu pugnalato a morte e il suo corpo gettato in una scarpata.
Il processo, condotto con rito abbreviato, ha portato a una condanna di quattro anni di reclusione, più una multa di 18mila euro, per Suad Bahtijari, il familiare incaricato della transazione. Suad è stato accusato di spaccio in concorso con due degli uomini ritenuti responsabili dell’omicidio: Vincenzo Antonio D’Amicis e Simone Dinoi, entrambi di Manduria. La condanna è stata aggravata dal fatto che Suad Bahtijari stava scontando una pena ai domiciliari al momento del crimine.
Il pubblico ministero Milto de Nozza ha avanzato una richiesta di 4 anni e 8 mesi di reclusione, sostenendo che Suad Bahtijari non avrebbe potuto prevedere l’esito tragico per il fratello inviato a riscuotere il pagamento della droga il 6 febbraio 2023.
Il processo principale, in cui D’Amicis, Dinoi e Domenico D’Oria Palma, sono accusati dell’omicidio, si terrà il 19 gennaio davanti alla Corte d’Assise di Taranto. Le accuse includono omicidio in concorso pluriaggravato da motivi futili, crudeltà, metodo mafioso e tentata soppressione e/o distruzione di cadavere.
Vincenzo Stranieri, noto come “stellina” per il tatuaggio sulla fronte, è accusato di rapina pluriaggravata per aver costretto due ragazze, presenti durante il delitto, a consegnare la loro auto.
Gli avvocati difensori Lorenzo Bullo, Franz Pesare, Armando Pasanisi e Nicola Marseglia rappresenteranno gli imputati, mentre Suad Bahtijari sarà assistito dall’avvocato Stefano Stefanelli.
Il delitto, secondo le indagini, è stato orchestrato da Vincenzo D’Amicis, che aveva ottenuto un rinvio del pagamento della droga simulando la voce del nonno materno, Vincenzo Stranieri. Le intercettazioni ambientali e le telecamere di sorveglianza hanno svolto un ruolo chiave nell’individuare gli autori del crimine, che sembra essere stato motivato dalla volontà di vendicare un torto subito dalla famiglia di uno degli assassini.
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