La costante attività di controllo del territorio della Polizia di Stato anche nella provincia jonica ha portato alla denuncia di due persone perché ritenute presunti responsabili del reato di indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti in concorso tra loro ed una terza per favoreggiamento alla prostituzione.
Il personale del Commissariato di Manduria, a seguito di meticolosi accertamenti, è riuscito a raccogliere indizi utili a ritenere che due uomini originari del comune messapico – rispettivamente di 46 e 22 anni – con una Postepay ed un bancomat smarrito qualche ora prima, avrebbero compiuto acquisti per diverse centinaia di euro prima che il proprietario delle due carte provvedesse a bloccarle.
Gli acquisti erano stati compiuti sempre di un importo modesto per il quale non era necessaria la digitazione del PIN collegato alla carta.
I poliziotti, dopo aver raccolto le prime informazioni, hanno passato al setaccio le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti all’interno dei negozi dove erano stati effettuati questi acquisti fraudolenti.
I frame dei video analizzati non hanno lasciato dubbi sull’identità dei due autori degli illeciti acquisti, immortalando anche i pagamenti effettuati con le due carte smarrite.
I due, entrambi conosciuti alle Forze dell’Ordine per precedenti reati contro il patrimonio, sono stati denunciati in stato di libertà.
Lo stesso personale, nel corso di una attività di polizia mirata al contrasto del fenomeno della prostituzione, è riuscito attraverso l’analisi di alcuni siti web ad individuare una donna di origine sudamericana che in un appartamento del centro città avrebbe avviato una simile illecita attività.
I successivi servizi di appostamento nelle vicinanze della presunta “casa d’appuntamento” avrebbero dato ben presto conferma ai poliziotti di quanto sospettato, notando nel corso dell’intera giornata un costante arrivo di uomini.
Dopo aver ottenuto qualche riscontro anche attraverso il controllo di alcuni dei presunti “clienti “della donna appena usciti da quella casa gli agenti del Commissariato hanno deciso d’intervenire.
Nell’appartamento sospetto alla presenza di una donna di origini colombiane che ignara ha accolto i poliziotti in abiti succinti sono stati riscontrati tutti elementi utili a confermare la presenza di una “casa a luci rosse”.
Pertanto, i successivi accertamenti hanno permesso di identificare il proprietario dell’appartamento che è stato denunciato in stato di libertà perché ritenuto presunto responsabile del reato di favoreggiamento della prostituzione
Si ribadisce per tutti gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva
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