Non resta che la pazzia. Non la pazzia di chi perde la mente, e nemmeno la pazzia di chi perde il mondo, la realtà, le persone. Ma la pazzia consapevole di chi sa che la vita svanisce e allora si sporge oltre le regole e osa il tutto per tutto in un gioco assurdo che si beffa della vita e della morte, come se ambedue non lo riguardassero…
Osare strade proibite, andare contro i ragionevoli calcoli, le misurate motivazioni. Senza perdere la testa, ma rivolgendola altrove. Non accettare lo spirito del tempo e di ogni tempo, non rifugiarsi nell’abitudine, non indietreggiare se si scopre di camminare da soli su strade intentate o in direzione opposta alla marcia corrente.
Offrirsi alla follia non è cedere alla furia animale di chi non ragiona, lasciarsi portare dagli impulsi e dalle allucinazioni; no, è farsi pazzo nella piena lucidità della mente, varcare la norma con tutta la lucidità possibile. Non per violare qualcosa, violentare qualcuno, spaventare gli astanti, semmai coltivare incruente rivolte per snidare la verità nel suo nascondiglio e farla danzare, come dervisci, intorno al cerchio della sua perfezione. Quel seme si chiama follia si chiama coraggio e visione. Pazzi sono i coraggiosi visionari. La visione sorge nella mente e il coraggio viene dal cuore.
Marcello Veneziani – Anima e Corpo
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