Un rogo che fa male al cuore quello nella notte tra mercoledì e giovedì su 4 ettari di uliveto a Ugento, dove circa 300 alberi morti per Xylella fastidiosa sono andati in fumo, complice il vento che ha fatto dilagare le fiamme. A darne notizia è la Coldiretti Puglia che ha iniziato una stima dell’estensione del fenomeno che solo a Ugento ha mandato in fumo in 1 mese oltre 4mila alberi.
Il paesaggio lunare del Salento, dove campeggiano ulivi ormai morti da anni – dice Coldiretti Puglia – si sta trasformando nel girone dantesco dell’inferno, dove le fiamme divampano per colpa dell’abbandono in cui versano i campi pieni di sterpaglie e infestanti secche, riducendo gli ulivi in torce gigantesche.
“La protezione civile ha spento il rogo in un mese di 600 ulivi secchi solo a Ugento, solo quelli di confine per arrestare gli incendi e non farli propagare sulle campagne vicine, mentre in pieno campo non riescono ad intervenire per scarsità di mezzi. Per intervenire su un singolo albero andato a fuoco servono circa 300 litri d’acqua e la vastità e numerosità degli incendi non è gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione. E’ una situazione fuori controllo”, insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce. “Gli agricoltori chiedono da anni interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti – aggiunge Cantele – per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre. Oggi l’abbandono dei campi è un dramma enorme. E’ impensabile che, ottenuto il Decreto Emergenze che consente gli espianti, ora sia la volta di cavilli burocratici che impediscono il reimpianto. A distanza di 6 anni dal primo ulivo infetto su cui è stata conclamata la presenza della malattia, gli agricoltori salentini sono ancora ingabbiati e abbandonati al loro destino e ogni giorno al danno si aggiunge un’altra beffa”. “Già l’11 giugno scorso abbiamo posto al Presidente Emiliano il problema di preoccupanti interpretazioni del Decreto Emergenze sui reimpianti che stanno colpevolmente imbrigliando per l’ennesima volta le aziende agricole che vogliono solo ripartire e riavere un futuro imprenditoriale”, conclude il presidente Cantele.
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