Basta un pallone, un rettangolo verde e un urlo condiviso a squarciagola per rendere tutto lontano e sfocato in una collettiva amnesia che porta il popolo del pallone in una dimensione che li accomuna e li rende protagonisti tutti insieme e contemporaneamente di quell’orgoglio italiano che in poche altre occasioni è così ben manifestato.
Se non fosse per i tanti tricolore che ondeggiano al caldo vento di scirocco, potrebbe sembrare un coprifuoco per quell’aria che tira confusa e inebetita in questo pomeriggio di estate scontrosa!
Il mio disinteresse non è solo di genere è proprio una totale assenza di empatia con tutto quello che è il mondo del calcio “giocato”. Anche con il massimo sforzo da parte mia non riesco a comprendere come eventi del genere possano bloccare e inebetire l’attenzione di tutti verso rituali che di sportivo hanno conservato ben poco.
Si perdona ogni ritardo ogni impegno e attività annullati o rinviati in prospettiva e in funzione di questo appuntamento, quasi un allegro annuncio di allerta meteo . Costretti e tirati dentro questa euforia collettiva confondiamo date e giorni e troviamo le scuse più improbabili per non perderci questo “avvenimento” che lo vuole quest’anno,ironia della sorte ,europeo in un momento che di Europa forse ci sarebbe altro e molto da riflettere e parlare. Tutti a tifare Italia…un ‘Italia diversa da quella che ci vede preoccupati e tristi “italiani”, un’Italia più facile da digerire e gestire, un’Italia che ci regala momenti di esaltazione in un gioco illusorio di appartenenza e condivisione patriottica che molti si fanno bastare.
Sarebbe bello se lo stesso ardore fossimo in grado di spenderlo anche in altre situazioni che invece ci lasciano indifferenti perché sentiamo e vediamo lontane. Questo allinearsi ad un entusiasmo globale porta in sé l’illusione di un “vittoria” che soddisfa e nutre quella piccola parte che vorrebbe ancora condividere un sogno e che sarebbe bello cercarla e pretenderla anche in altri campi della nostra storia di uomini ed esseri sociali. Intanto il gioco si fa emozionante e una palla è riuscita ad entrare nella rete! Il Brexit, le Borse, i disastri ambientali, i disperati che non sappiamo come e dove accogliere, i disoccupati, le centinaia di donne uccise, l’inquietudine e la solitudine e tutti i guai di questo Bel Paese per qualche giorno o forse solo qualche ora ancora riusciranno a passare in secondo piano… io intanto sul divano non trovo posto per sovraffollamento di “maschi” tifosi e ne approfitto come sempre di questa distrazione “di massa “per dissociarmi ancora una volta dalle solite… palle!
Anna Marsella
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