E poi il giorno dopo è così! Un abito alla rovescia, indossato per un’occasione speciale e poi tolto e buttato alla rinfusa…. La pioggia ha fatto il resto e insieme alla luce grigia di un’altra giornata bagnata, continua a scendere diversa da ieri sera su quel fango calpestato e impastato da migliaia e migliaia di piedi scalpitanti come in un gioco spensierato e finalmente concesso. Il silenzio sulla Città addormentata è come un’eco che riporta il vociare degli operai che fanno al contrario, con eguale lena ed entusiasmo, lo stesso lavoro dei giorni precedenti! Il verde che lo caratterizza è scomparso lasciando il posto a un grigio solitudine diversamente colorato da migliaia e migliaia di cartacce e rifiuti che già dalle prime ore dell’alba mani instancabili stanno provvedendo a raccogliere per restituire a questo angolo di Città la vastità e la bellezza di un posto dimenticato e sconosciuto ma che conserva un fascino antico. E sembra quasi innaturale che sia tornata la calma mentre stupiscono quel silenzio ovattato, il buio e le luci in lontananza, il cielo che si confonde con il colore indefinito di questo spazio adesso davvero troppo grande e troppo “disponibile” per restare di nuovo da solo. Sembra che l’eccezionalità sia oggi e che invece quello che è avvenuto qui ieri fosse la normalità, la naturale vocazione di questo luogo sconosciuto alla maggior parte dei tarantini ma che per una settimana circa, ormai da quattro anni a questa parte, concentra l’attenzione su di sé!
Il “Parco archeologico delle antiche mura greche ” ( finalmente lo chiamiamo così, visto che fino a qualche anno fa qui a Taranto per indicarlo si usava la più anonima e sbrigativa espressione “dietro la Concattedrale”) è il mio “dirimpettaio” da più di trent’anni.
E’ il primo luogo dove apro e lancio il mio lo sguardo al mattino appena sveglia e l’ultimo che “controllo” quando lo chiudo per andare a dormire! Mi è sempre sembrato un posto “fuori luogo” capitato lì per sbaglio, quasi un ritaglio invadente ed estraneo in mezzo a tanti palazzoni che ne accentuano e delimitano la vastità a due passi da uno dei nodi stradali più trafficati della Città.
Eppure nel suo sconfinato degrado, a cui l’incuria e il disinteresse lo hanno destinato, regala a chi lo guarda un senso antico di antica e bucolica pace a cui questa Città pare non essere più abituata. Sembra si faccia attraversare dai rumori e dal traffico quasi annullandoli e, a chi lo attraversa con lo sguardo, funge da ponte visivo fino alla maestosità della Concattedrale di cui ne allunga la prospettiva e a cui concede di fare da spalla!
Segna il passo alle stagioni attraverso i colori delle sue fioriture ed è un piacere, credetemi, affacciarsi e spaziare con lo sguardo sul verde, sul giallo e sul rosso e sul viola. Al mattino è un vociare gioioso di centinaia di ragazzi che lo attraversano per andare a scuola e nelle giornate di festa e di sole cani e bambini hanno la possibilità di correre andare in bicicletta e illudersi di vivere uno spazio aperto in una Città che di spazi liberi e verdi ormai ne concede pochi!
Nessuno fino a qualche anno fa gli ha mai prestato attenzione e periodicamente era il fuoco appiccato da qualche piromane di turno a provvedere a diserbarlo. L’occasione del Concertone del primo maggio gli riserva pulizia e cura per ripagarlo della generosità di regalare accoglienza a tanti figli della sua Taranto di cui ha segnato i confini “solo” qualche migliaia di anni fa.
La Storia che protegge e nasconde nella profondità del suo terreno affascina e parla di antiche glorie e sembra rivivere in un gioco infantile che spesso mi sorprendo a fare: pensando che qualche millennio fa gli abitanti di questo stesso posto vedevano gli stessi colori, le stesse prospettive, la stessa porzione di luce e di cielo…e forse lo stesso pacifico silenzio che ancora si avverte nei giorni di sole.
Sarebbe bello se si partisse da qui di nuovo… se questo “Parco archeologico delle antiche Mura greche” potesse ancora raccontare la Storia di questa terra, se con un piccolo aiuto da parte di chi può e con la volontà di chi già ha dimostrato tanto impegno e abnegazione, questo luogo potesse tornare ad essere vivo e utile ai suoi cittadini! Credo che un evento del genere non deve muovere solo mani e piedi, oltre la musica e i proclami deve ricongiungere ideali e portare fuori da queste mura antiche la voglia di nuovo e di cambiamento, il desiderio di non dover scappare per poter continuare a vivere, di non dover abbandonare radici e sogni per permettersi di andare avanti e di non dover rinunciare alla bellezza e alle potenzialità di una Città che non vuole arrendersi. Si potrebbe cominciare anche da qui volendo: a un passo da casa!
Anna Marsella
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