Ovverosia, finita la festa, ci si scorda subito del Santo, quindi è un po’ come averlo preso in giro.
Insomma, il detto significa che certune celebrazioni sono spesso effimere e false, oppure che le responsabilità assunte in situazioni gravi o solenni sono spesso dimenticate appena si è tornati alla normalità.
Questo modo di dire, proverbiale, si usa per far notare l’irriconoscenza di coloro che si rivelano affettuosi e cortesi, ma solo per il proprio tornaconto, e quando hanno ricevuto il favore che aspettavano, tagliano la corda e non si interessano più di chi li ha aiutati.
Fedro (Il lupo e la gru, Favole, I, 8), riprendendo quanto sopra, narra la fiaba di un lupo crudele che, in preda al dolore per un osso che gli si è piantato in gola, implora una gru di toglierglielo e le promette una ricompensa.
Appena tolto l’osso, e scomparso il dolore, il lupo si rivolge alla gru e gli dice con arroganza: “Che pretendi da me! Che ingratitudine. Dovresti ringraziarmi che non ti ho mangiata!!!”
Poi, chiosa Fedro, “ chi si aspetta la gratificazione dai malvagi sbaglia non una ma due volte: la prima perché aiuta gli immeritevoli, e dopo perché non se la cava senza rischio”.
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