sabato 23 Novembre, 2024 - 22:55:19

Pierfranco Bruni contro Pasolini

Pasolini impoetico, parlò male di Pavese senza conoscerlo. Dichiarazione di Pierfranco Bruni

In una recente conferenza Pierfranco  Bruni, leggendo la letteratura e l’estetica del Novecento si è soffermato, dopo una chiave di lettura tra lo spazio della parola e il tempo del pensiero, su Pier Paolo Pasolini, di cui ricorre il centenario della nascita il prossimo anno, ha affermato: “Pasolini usa un linguaggio impoetico per restare “Passione e ideologia”. Il resto è caduta… anzi provincialismo. Diede giudizi sarcastici come quello su Cesare Pavese.
Non so se avesse afferrato o letto la grande arte e il sublime dello scrittore de ‘Il mestiere’. Pavese è un unicum. Pasolini è il risultato della cronaca che visse. Punto. Sciascia nei confronti di Pasolini è il vero maestro. Pasolini non è un enigma. È la contraddizione tra la sconfitta della tradizione e l’incapacità di comprendere la dilaniante cultura del gramscismo provinciale che non ha dato alcuna arte. L’unico testo è ‘Casarsa’, ma è ricerca lingua percezione antropologica. Non altro. Nel mio saggio del 2006 sottolineo ciò.  So che Pasolini è considerato una icona ed è, quindi,  considerato intoccabile. Ma il poeta non esiste, (non c’è!) come lo scrittore che in lui ha soltanto la motivazione della conoscenza della rappresentazione della cronaca. È altro. È un tentativo in regia.
Una intelligenza acuta e formidabile, certamente. Un intellettuale, come si diceva un tempo. Ma molto distante dall’arte. Sarò crociano? In poesia e in estetica sì. In filosofia sono zambraniano. Pasolini non conosceva Pavese, pur parlandone male, e non aveva compreso il primo Sciascia. Mi sono chiesto più volte su cosa poggiasse il suo giudizio su Pavese. Non lo aveva letto, semplicemente. Pavese non era gradito alla cultura di sinistra”.
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Notizie su Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni
E' nato in Calabria. Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem", "Ulisse è ripartito", "Ti amero' fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", "Claretta e Ben", "L'ultima primavera", "E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi", "Il mare e la conchiglia") La seconda fase ha tracciato importanti percorsi letterari come "La bicicletta di mio padre", "Asma' e Shadi", "Che il Dio del Sole sia con te", "La pietra d'Oriente ". Si è occupato del Novecento letterario italiano, europeo e mediterraneo. Dei suoi libri alcuni restano e continuano a raccontare. Altri sono diventati cronaca. Il mito è la chiave di lettura, secondo Pierfranco Bruni, che permette di sfogliare la margherita del tempo e della vita. Il suo saggio dal titolo “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura contemporanea” è una testimonianza emblematica del suo pensiero. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ben tre volte. Candidato al Nobel per la Letteratura. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

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