Lo ricordo dai banchi della Giunta e consiglio provinciale di Taranto, come assessore, negli anni della Giunta Cantore. Ma anche nella sede nazionale di Alleanza nazionale e soprattutto al Congresso della svolta di Fiuggi nel 1995. Un signore della politica che leggeva nella cultura le comparazioni tra risorse, vocazioni e territori. Un politico della serenità. Nini Del Prete, recentemente scomparso.
Una figura storica. Un personaggio di primo piano nel mondo politico parlamentare, tra Camera e Senato, della destra del MSI prima e di Alleanza nazionale dopo. È scomparso l’avvocato Antonio Del Prete detto Ninì. È stato Senatore della IX Legislatura Senato nel Movimento Sociale Italiano (MSI) dal 1986 al 1987 e Deputato della XII Legislatura della Camera dai Deputati nelle fila di Alleanza Nazionale dal 1994 al 1996, Sindaco di Torricella (Ta) negli anni ’70 con il MSI.
Antonio Del Prete personalità elegante nella dialettica della Destra Pugliese. È stato anche assessore provinciale di Taranto a metà degli anni Novanta nel tempo della mia vice presidenza. Molto vicino a Giuseppe Tatarella e ad Adriana Poli Bortone lungo il tracciato di Giorgio Almirante e partecipe della svolta di Fiuggi. Appartenente a quella destra tradizionalmente storica ha portato un contributo di cultura giuridica, essendo soprattutto avvocato, alle proposte di passaggio tra le cosiddette prima e seconda repubblica.
Era considerato un “nobile” della politica perché, oltre tutto, amava il confronto non su dati ideologici ma su idee progettuali. Argomentava le tesi politiche su due versanti ben precisi: quello storico-giuridico e quello della singolarità umana.
La politica stessa deve avere un’anima, diceva spesso. Forte della sua lezione giuridica che rimandava a Rocco e deciso nella sua conoscenza filosofica gentiliana aveva fatto del “pensare alla centralità dell’uomo” un perno intorno al quale ruotava la riflessione di una vocazione in cui la tradizione interagiva con la capacità di innovare.
Innovare la tradizione trovando sempre un punto di incontro tra posizione divergenti, era la sua visione di una politica post anni Sessanta. Seppe essere, da uomo di legge, un uomo delle istituzioni e nel contesto provinciale dell’amministrazione di Taranto, proprio nella lettura di una programmazione economica, guardò con molta attenzione al rapporto reale delle risorse legate alla economia del territorio. Da parlamentare, nei due rami, scelse la cultura giuridica, con la sua formazione, per leggere la storia identitaria sia territoriale che nazionale. Era nato a Taranto il 26 dicembre del 1934.