Calabrese di San Lorenzo del Vallo (Cosenza), 1955, Bruni è -ormai da molto tempo- Cittadino del mondo. Non ‘isola’, ma ‘pen-isola’ del Mediterraneo e degli Oceani. Non monade ma occhio …
Autore di numerosissimi scritti, da circa quarant’anni gioco-lavora sulla Scrittura, la coccola la vezzeggia la ama … Soffre e dispera, ma anche esalta.
Epperò, come ci insegna la lezione di Friedrich NIETZSCHE, tutto ciò che è profondo, da un lato, ama la maschera; dall’altro, gronda sangue …
E l’ultimo Bruni – quello di Castrovillari (13 maggio 2015) – il Bruni de La pietra d’Oriente (Pellegrini, Cosenza 2015), usa la Scrittura come Chiave di violino e come Scalpello, come Pennello e come Passo di Danza; la Scrittura che diventa, pertanto, sangue e che è Vita; e con essa osa il tentativo più azzardato: quello di coniugare la Civiltà occidentale (e le Culture d’Occidente) con la Civiltà orientale (e le Culture d’Oriente).Coniugazione difficile complicata complessa, ma non impossibile, che Bruni tenta, oggi, attraverso la lettura Dolore-Gioia profonda la de-cifrazione critica l’inter-pretazione problematica non solo dei Testi sacri: dai Vangeli ai Libri sapienziali, …; ma, anche dei personaggi e interpreti che con l’Oriente e l’Occidente hanno avuto e hanno molto, equamente, da spartire: da Gesù a Giuda, da Pietro a Pilato, da Paolo a Luca, …
La ricerca è sulla Verità, quella con la ‘V’ grande; non quella sulle ‘verità’, che hanno la ‘v’ piccola, e che sono tante troppe, parzialmente attendibili … Come le idee che, hegelianamente, con-corrono -più o meno dignitosamente, a seconda degli Autori- alla de-finizione dell’IDEA … Che, beninteso, non ha de-finizione! Ma, l’Umanità non può far altro: non ha scampo … Se no, impazzisce! E, dunque -quando succede / e succede- siamo al Boléro di Maurice RAVEL: siamo alla Pietra nello stagno, lanciata dall’Azzardo e dall’Assurdo, dal Mistero che mistura; e ai suoi mille e mille cerchi con-centrici, ghirigori e arabeschi, svalozzi di Paure e Gioie, di Dolori e Speranze, … Dal Nulla al Niente, forse all’Altro …
Il Prete (di più il Papàs) e lo Sciamano, il Paradiso e il Deserto, … tutto si consuma alla ricerca del Silenzio. Quaranta notti? Quaranta giorni?
Silenzio che è Tutto e che è Niente. Silenzio che non ha fine. Come la ricerca scientifica e letteraria, come la ricerca del/sull’Io del/sul Io-Noi, …, che non hanno fine. Forse, ahimé!, nemmeno Inizio … Fiat lux et lux facta est! In principio erat Verbum. Verbo e Illuminazione. Namastè!Libiamo ne’ lieti calici / che la Bellezza infiora …
Con questo libro – inquieto e inquietante, ma anche nostalgico e malinconico – l’autore di Via Carmelitani fa, un po’, il punto, propone lo stato dell’arte della sua infaticabile costante indefessa RICERCA. Che è, soprattutto, Ricerca di Senso. Di Senso esistenziale.
Francesco FUSCA
(Poèt – Shkrimtàr ka Spixana / Poeta – Scrittore di Spezzano Albanese (Cosenza)
Ispettore emerito, Ministero P. I. / I. U. R.)
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