La Maija, in dialetto maruggese, è una costruzione in stile Neoclassico risalente intorno al 1700, immersa nella campagna tra ulivi secolari e con un piccolo boschetto di pini annesso.
Il complesso è molto grande e comprende: l’abitazione vera e propria, gli alloggi dei contadini, il frantoio, il pozzo e il giardino. Il giardino, risulta essere la parte più interessante e misteriosa del complesso, le costruzioni al suo interno riportano a simbolismi massonici compreso il portale ad arco (rivolto a sud) alla fine del boschetto. Alle spalle della stessa si estende il bosco omonimo.
Dal Catasto Onciario di Maruggio del 1769 si evince che è appartenuta alla famiglia di Pasquale Covelli coniugato con Angela Antonia Majro. La masseria era composta da case soprane e sottane, curti, cappella ed altri membri, due chiuse di cui una detta “la cappella” e l’altra “di mezzo”, contava 92 tomoli di terra seminativa e 98 di terra macchiosa con 90 alberi d’ulivo.
Successivamente appartenuta alla nobile famiglia Gigli di Manduria, la quale era proprietaria anche di “Villa Montoto”. Dionisio Gigli progettò ed iniziò la costruzione di un lungo canale navigabile che, dalla “Villa della Mavilia” avrebbe dovuto raggiungere il mare in contrada Borraco.
A cura del Servizio Civile Universale Pro Loco Maruggio: Giovanni Riezzo e Chiego Antonella
Bibliografia: Il Catasto Onciario e Le Masserie di Marggio nel ‘700 di Cosimo Demitri; Maruggio Antica di Enzo Filomena
Foto: web
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