Continuiamo, con questo articolo, nella descrizione delle segnalazioni archeologiche relative al territorio di Maruggio. Abbiamo parlato, in recenti articoli, di varie località situate nell’entroterra e in prossimità della costa; in due dettagliati, precedenti articoli abbiamo descritto inoltre i ritrovamenti in località Madonna dell’Altomare. Con questo scritto proseguiamo a parlare dei tratti situati lungo il litorale.
In località Campomarino, non si può non accennare alla torre costiera situata in prossimità del porto, e denominata Torre delle Moline. Non è possibile risalire con certezza al periodo della sua edificazione: non compare nell’elenco del 1569 redatto dal Vicerè, tuttavia il Faglia in un suo lavoro censimentario riporta che viene citata in un documento del 1583 nel quale risulta torriero il cap.le Francesco De Carbuines.[1] In altri documenti dei primi del Seicento viene citata come Torre Moleni, Torre Molinella. Nelle cartografie successive è riportata come Torre delle Moline, Torre de Molini etc.[2] Nel 1656, Girolamo Marciano scrive: “Nel frontespizio della marina, si vede la torre delli Molini così detta dalle macine de’ molini che nei tempi passati si intagliavano in questo lido”.[3]
La Torre delle Moline si discosta dai tipi più comuni del Regno, in quanto si presenta priva di caditoie e beccatelli; tuttavia è stato ipotizzato che sia stata rimaneggiata in epoca successiva alla sua edificazione.[4]
In località Commenda sono testimoniate presenze di epoca neolitica: Biagio Fedele vi ritrova frammenti ceramici decorati a unghiate, mediante punta di stecca, con graffiti, con motivi a semicerchi.[5]
Fedele ritrova in questo sito anche schegge di selci e vari oggetti in pietra levigata, e altri indizi attestanti l’uso del tipico armamentario litico comune nelle culture neolitiche dell’ Italia meridionale.[6]
Della località Madonna dell’Altomare abbiamo riferito dettagliatamente in due precedenti articoli rintracciabili sul sito web de La Voce di Maruggio. [7] Le varie ricerche hanno attestato la presenza di numerosi resti di epoca greca: è attestato che vi sorgeva un santuario di confine tra Magna Grecia e Messapia. Tuttavia, presenze cultuali nel luogo sarebbero da far risalire anche ad un periodo antecedente.
Vi si ritrovano inoltre frammenti di epoca romana.[8] Biagio Fedele segnala anche in questo sito la presenza di resti neolitici, ovvero frammenti ceramici a decorazione graffita, incisa e impressa.[9]
Nel 1964 l’archeologo Peter Throckmorton scopre il relitto di una nave greca nel mare antistante la località Capoccia-Scorcialupi: le ricerche proseguiranno nell’anno successivo. La nave trasportava un carico di anfore corinzie insieme ad altre di Soli (Cipro).[10] Le terrecotte furono datate tra il V e il IV secolo a. C. e furono conservate presso il Castello Aragonese di Taranto. Il naufragio della nave presso le coste de La Madonnina è stato riferito al periodo precedente alla conquista di Roma di queste zone, intorno alla metà del quarto secolo a.C., Quando Tarentum era ancora un importante e potente centro commerciale. Gli archeologi subacquei ritrovano anche, tra il giugno e il luglio del 1965, tre grosse ancore di pietra simili a quelle appartenenti a navi greche ritrovate in precedenza nel porto del Pireo. Vengono ritrovati inoltre frammenti di ceramiche di Gnathia, una lucerna in terracotta databile intorno al 350 a.C., e alcuni attrezzi tipici da pesca.
Nel 1968 riprendono le ricerche, e sul piccolo promontorio costiero ove è ubicato il tempietto della Madonnina dell’Altomare, viene individuata e rinvenuta una antica area sacra caratterizzata da un saccello e una stipe votiva, che conteneva numerose terrecotte raffiguranti Artemis Bendis.
In località Cirenaica è attestata la presenza di resti di epoca neolitica, di epoca greca e di epoca romana.
Biagio Fedele vi rintraccia i resti di un abitato capannicolo neolitico, e ritrova frammenti di ceramica ad impasto con decorazione impressa e graffita. Ritrova anche selci e resti di utensili.[11]
E’ il Fedele stesso a segnalare in questo sito rinvenimenti di epoca ellenistica e romana,[12] e inoltre osserva la presenza di “numerose tombe a casettone, scavate nel banco tufaaceo di cui è costituito il suolo, tutte aperte di recente, opera di scavatori clandestini, delle quali conservo una eloquente documentazione fotografica”.[13] Purtroppo il Fedele non pubblica le foto di queste tombe, che però il Tarentini individua, da testimonianze di anziani del posto, come presenti dalle parti del boschetto antistante le zone “Acqua Dolce” e “Piri-Piri”. Tuttavia di tali tombe sarebbero scomparse le tracce.[14]
Per qunto riguarda i resti di epoca greca, il Tarentini segnala la presenza di frammenti di tegole, cocci acromi e a vernice nera.[15] Fornisce inoltre documentazione fotografica di alcuni frammenti e di un peso fittile da telaio.
In zona la Tonnara, così detta perchè fino a metà anni sessanta vi si esercitava questo genere di pesca, il Tarentini rintraccia più antiche attività legate sempre alla pesca, probabilmente a partire dall’epoca ellenistica e sicuramente presenti in epoca romana. Probabilmente, il pavimento in cocciopesto che vi si ritrova era parte integrante di tali strutture adibite alla pesca.[16] Sempre il tarentini, ipotizza in questo sito antiche attività di coltura del sale (in epoca romana), testimoniabili dalla presenza di canalette artificiali probabilmente destinate a tale impiego.[17]
Terminiamo questo articolo accennando alla torre costiera situata in località detta appunto Torre dell’Ovo, sul confine tra il feudo maruggese e quello torricellese, e, comunque, nella pertinenza del Comune di Maruggio. La Torre “dell’Ovo” risulta esistere già nel XVI secolo: si ritrova citata in documenti del 1582-83 e del 1591, anno in cui risulta torriero il cap.le Bracco Francesco.[18]
Questa torre, come si è detto, prende il nome dalla località omonima, in quanto, come testimonia il Marciano, si innalza su un promontorio, “Monte dell’Ovo”, così denominato dalla figura ovale che tale monte assume: “… lontano da detto fiume Ostone vi è la Torre del Monte dell’Ovo, la quale è sita in un capo, dove si innalza alquanto la terra, detto il capo, e il Monte dell’Uovo, dalla figura ovale, al quale si viene per dirittura ingolfando la navigazione di Gallipoli”.[19]
Nel 1842 la Torre risulta adibita ad uso delle guardie doganali[20], mentre durante la seconda guerra mondiale, come noto, il sito intero ha funzioni di avvistamento e di difesa con la presenza, anche, di bunker in cemento.
Concludo con una curiosità certamente non di importanza storico-archeologica, ma assai singolare: Wikipedia riporta a proposito di questa Torre una informazione alla quale si deve apporre una correzione. Nella versione presente al momento in cui scrivo questo articolo, difatti, è scritto: “negli anni 60 si cercò di costruire un ristorante a fianco della torre, progetto mai completato”.[21] In realtà, il ristorante, gestito da privati, funzionò ed esistette a tutti gli effetti, per alcuni anni: non solo comprendeva l’ambiente immediatamente esterno alla costruzione, ma anche gli interni della Torre stessa, adibiti per lo più a cucine e reparto pescheria, insieme agli edifici addossati alla Torre stessa successivamente. Si trattava di un locale molto frequentato in cui si gustava dell’ottimo pesce fresco; all’esterno erano stati apposti numerosi tavoli e l’ambiente era illuminato da numerose lampadine bianche poste in file parallele lungo tutto il perimetro adibito a ristorazione, che facevano risaltare all’occhio dei passanti la costruzione e l’ambiente.
Gianfranco Mele
- V. Faglia, Censimento delle Torri costiere nella Provincia di Terra d’Otranto – Indagine per il recupero del territorio, Roma, 1978, pag. 130 ↑
- A.A.V.V., Le torri costiere per la difesa anticorsara in provincia di Taranto, Amm. Com.le di Taranto, Ed. Il David, 1982, pag. 125 ↑
- G. Marciano, Descrizione della Provincia d’Otranto,Vol.1, ms, 1656 ↑
- A.A.V.V., Le torri costiere per la difesa anticorsara in provincia di Taranto, cit., pag. 125 ↑
- B. Fedele, Insediamenti neolitici a Sud-Est di Taranto, Archivio Storico Pugliese, anno XXV, Fasc. I-II, gennaio-giugno 1972, pp. 159-161 ↑
- B. Fedele, op. cit., pag. 161 ↑
- G. Mele, Maruggio: da Artemis Bendis alla Madonnina dell’Altomare. I resti di un antico tempio pagano, in La Voce di Maruggio, 5 agosto 2018; G. Mele, Maruggio, Madonnina dell’Altomare: i ritrovamenti dell’ equipe di Throckmorton, in La Voce di Maruggio, 8 agosto 2018 ↑
- Paride Tarentini, Maruggio. Presenze antiche sul territorio, Filo Editore, 2000, pp. 43-46 ↑
- B. Fedele, op. cit., pag. 159 ↑
- A.M. Mc Cann, A fourth century B.C. Shipwreck near Taranto, in Archeology, XXV, 3 (june 1972), pp. 180-87; G. Uggeri, Notiziario Topografico Salentino, II, Brindisi, 1974, pag. 31 ↑
- B. Fedele, op. cit., pp. 157-159 ↑
- B. Fedele, op. cit., pag. 159 ↑
- B. Fedele, op. cit., pag. 157 ↑
- P. Tarentini, op. cit., pag. 124 ↑
- Ibidem ↑
- P. Tarentini, op. cit., pp. 140-143 ↑
- P. Tarentini, op. cit., pag. 143 ↑
- A.A.V.V., Le torri costiere per la difesa anticorsara …, op. cit., pag. 115 ↑
- G. Marciano, op. cit., libro IV, pag. 112 ↑
- A.A.V.V., Le torri costiere per la difesa anticorsara …, op. cit., pag. 115 ↑
- Wikipedia, Torre dell’Ovo https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_dell%27Ovo ↑