Ieri, dinanzi alla Corte d’assise di Taranto, c’è stato l’interrogatorio di Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia, tra i 47 imputati (44 persone fisiche e tre società) del processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva. Risponde di concussione aggravata in concorso per presunte pressioni sull’Arpa (l’Agenzia regionale per l’ambiente) in favore dell’Ilva.
Nota stampa della Federazione dei Verdi della Provincia di Taranto
Entra in difficoltà l’ex Presidente della Regione Puglia Vendola quando gli vengono posti i quesiti da parte del l’avv. che patrocina la Federazione dei Verdi nel Processo Ambiente Svenduto, relativi alla mancata risposta ad Angelo Bonelli che nel 2010 gli chiedeva di avviare un’indagine epidemiologica a Taranto.
Vendola, palesemente risentito, risponde di non aver ritenuto dare adito al quesito di Bonelli (all’epoca leader dei Verdi) poiché in giunta il rappresentante regionale dei Verdi non aveva mai posto alcuna mozione in merito.
Occorre sottolineare che nel novembre 2010, data in cui Angelo Bonelli inviò a Vendola la richiesta di indagine epidemiologica, in consiglio regionale non era presente nessun rappresentante dei Verdi.
Incalzato dall’avvocato che gli chiedeva di andare oltre il mero aspetto politico della vicenda e di concentrarsi, invece, sulla domanda posta, l’ex Presidente affermava che vi erano altre operazioni da realizzare prima della richiesta indagine epidemiologica come l’istituzione del registro tumori. Infine alla domanda se ritenesse o meno necessaria l’indagine il Presidente non ha inteso rispondere.
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