Ma sì, la pubblicità è la maschera della realtà o il vizio che si usa chiamare vizio quando invece è una malattia della cultura sia moderna che occidentale.
Mostrare che una donna possa far amore o sesso (come oggi si dice ) con un animale è la semplice testimonianza di una società degenerata degenerativa degenerante. Ovvero di una cultura malata che ha sgretolato quei segni di una tradizione del rispetto della dignità.
Non si può affermare o far passare l’idea che è soltanto un atto pubblicitario.
La pubblicità è uno strumento delle culture che hanno invaso il nostro tempo. Ce ne sono alcune di una ineleganza e di una volgarità terribile. Altre offrono una loro estetica. Pochissime. Ma quasi tutte hanno un obiettivo che è quello di esorcizzare.
Non di rendere sensibile le immagini o la parola costruita in una sessualità in cui possa dominare la bellezza. Siamo comunque oltre la bellezza. Siamo invece nel registro di un tempo terribile e leggero.
Terribile perché pur di vendere e di vendersi tutto è possibile e fattibile.
Nel caso della pubblicità in questione è in commercio anche il sesso della donna tra un animale e una gomma da masticare. Leggero perché non ha pensiero e il conformismo è dilagante perché se fosse un tempo pesante imporrebbe una costante riflessione. Ma questa società è stata educata alla leggerezza.
La brutta lezione sulla leggerezza di Italo Calvino dimostra e insegna. Non è stato frainteso. Ha detto ciò che con la sua cultura poteva e riusciva a dire. Non servono inutili giustificazioni.
Il permissivismo non è una altra tara culturale. È la proiezione di una ideologia. Nasce dalla distruzione delle regole e da una pedagogia delle educazioni del permissivismo.
Tutto ormai è lecito. Persino considerare Pasolini un maestro… Ma de che…? Un cattivo esempio in tutto! Ma in questa società è tutto accettabile.
La pubblicità non nasce dai fiori di Ronsard. Ma dalla realtà del tutto è concesso. Tutto è lecito. Vi ricordate quella pubblicità in cui un signore si fa scivolare una pillola per l’erezione e va a finire in una auto che immediatamente si ingrandisce anzi si ingrossa… All’inizio non riuscivo a capirla… Non capivo la doppia pubblicità. Mi sono chiesto se quella pillola ingrossasse soltanto quel tipo di auto… Poi mi è stata spiegata… perché io essendo un tradizionalista e conservatore non ero arrivato a comprendere la stupidità che è la vera anima della pubblicità.
Non mi meraviglio non mi vergogno non mi indigno… Ho paura. Si paura. Perché questa ideologia della leggerezza ha creato persone senza pensieri forti e uomini che hanno sposato la tolleranza convinti che tollerare significa essere democratici. Ma io a questo non rispondo perché la democrazia non mi appartiene.
Non lo sono, non sono tollerante sulle idee stupide, non mi appartiene la leggerezza perché amo la profondità della pesantezza e viceversa, non guardo alcuna pubblicità anzi si se spinto per osservare i cambiamenti della cultura.
Già, basta saper leggere la pubblicità per comprendere in che cultura in che realtà siamo finiti. Ma questo è il Paese che ha reso Pasolini un eroe nazionale.
Gli italiani italiani non provano un po’ di pudore e di vergogna? Lasciamo che la donna si lasci offendere dalla pubblicità animalesca e masticatoria… Tanto non esiste più la farsa di una epoca quando si gridava l’UTERO È MIO E ME LO GESTISCO IO…
Recite di altri tempi…. in un teatro di marionette…
Pierfranco Bruni