Anna Molendini, come promesso, ha presentato ricorso al T.A.R. di Lecce perché i giudici si pronuncino in merito alla nota vicenda della mancanza di donne nella Giunta del Comune di Maruggio. «Se il sindaco di Maruggio» – aveva detto – «non provvederà a nominare una donna assessore, mi rivolgerò ai giudici, perché è venuto meno il rispetto delle leggi e, soprattutto, delle donne del nostro paese».
Detto, fatto. Il ricorso è stato sottoscritto anche dalla Consigliera Regionale di Parità, dalla Consigliera Regionale Supplente e dai consiglieri comunali appartenenti ai due gruppi di opposizione all’attuale maggioranza di centrodestra: Indipendenti per la Libertà e Maruggio Democratica Città Futura.
Il sindaco, nonostante il ricorso al T.A.R. sia stato proposto da quasi la metà del consiglio comunale di Maruggio [7/16], insiste: «Noi cambiamo lo Statuto. Non avremmo più l’obbligo di nominare delle donne». Il sindaco – infatti – nello stesso giorno in cui gli è stato notificato il ricorso, ha provveduto a notificare ai consiglieri le «proposte di modifica dello statuto comunale da sottoporre all’approvazione del consiglio». «E’ il 9 ottobre 2009 – insiste la promotrice della battaglia di diritti -, la battaglia è appena cominciata e attenderemo con serenità la sentenza dei giudici».
La nota diffusa da Anna Molendini così prosegue:
«Riteniamo, intanto, di poter sostenere che sia stato violato lo Statuto e quello che verrà (se verrà) nascerà in violazione di tutte le leggi. Lo Statuto Comunale è fonte di diritto e legge fondamentale di un territorio. La legge non può essere né violata, né superata dalle modifiche in «corso di lavori» con cui si vogliono cancellare le «pari opportunità tra uomini e donne» nella vita civile e politica di una comunità.
Auspichiamo che la nostra azione possa incoraggiare tutti i cittadini, al di là dei partiti, per creare un movimento di opinione che coinvolga tutte le donne e sostenga ulteriori iniziative capaci di riportare la legge in Maruggio.
Chiediamo attestazioni di solidarietà da inviare alle alte cariche istituzionali dello Stato affinché sia «assicurata la presenza di entrambi i sessi nella composizione della Giunta» (art. 53 dello Statuto Comunale) e affermato il principio delle «pari opportunità tra donne e uomini» (art. 51 della Costituzione Italiana)».
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