“Ho passeggiato, in questi giorni, nei vicoli di Manduria. Fra quelle case che profumano dei sapori di un Salento Jonico diverso anche nei colori da quello che confina con l’Adriatico. Nelle ore quando qui godi del tramonto sul mare tutto appare ovattato e avvolgente. Ti pensi solo in quei budelli di terra cotta e pietra dove ci sono scorci di un Barocco ormai lontano. La luce flebile del giorno che se ne va illumina ancora le corti di Palazzi antichi che respirano di storia. O di quelle corti delle cantine dove sale il Primitivo da quelli botti secolari. Qui la gente ogni giorno si piega la schiena nei vigneti e nei campi per guadagnare la giornata.
Manduria che non conoscono quelli che da ogni parte d’Italia, da quando è scoppiato il caso dei bulli, è qui in tutte le sue piccole e grandi bellezze. Non solo degli edifici e dimore storiche. Trapela anche dai volti della gente di Manduria. Ho incontrato persone educate,gentili affabili ed ospitali. Nella normalità assoluta come in tanti altri paesi che ho visitato. E ho incontrato anche chi conosce bene quei ragazzi che sono in carcere e le loro famiglie. Ognuno nel proprio ruolo. A difesa degli affetti che i ‘bulli’ hanno violato. L’ultimo si chiama Fiorello un uomo bravo e buono che ogni notte veniva svegliato per essere insultato è preso a pugni. Lui però ha reagito e ha colpito uno di loro con un pugni. E loro sono fuggiti come nel miglior copione del vigliacco. Fiorello ha poi compiuto un atto di grande ammirazione quando ha raccontato l’aggressione ai suoi fratelli. S’e preso la colpa sostenendo che era stato lui a colpire per primo. Sapeva che i suoi fratelli li sarebbero andati a prendere nelle case i quattro idioti che scimmiottano i delinquenti. E lui ha evitato che i suoi fratelli si unissero a loro nella forma di violenza.
Ora è’ il tempo di riflettere. Saranno i giudici ad emettere sentenze. Il popolo ha già condannato anche la comunità e questa sentenza non la si può e deve accettare perché sa molto di vendetta ed odio. Ho ascoltato le invettive contro tutti. Dal nord al centro hanno mirato al cuore di questo paese del Salento Jonico. Sbagliando. Nessuno può e deve pagare per colpe non commesse. Ognuno avrà la sua pena da scontare. E sarà certo esemplare. E a chi grida “ dov’erano Polizia e Carabinieri” mi permetto di rispondere” erano al loro posto lì dove lo Stato li ha inviati a garantire la legge. Purtroppo con uomini e mezzi carenti ma che hanno risposto sul campo”. Si hanno detto che ci sono perché in poche ore hanno smantellato la rete dei ragazzi al primo gradino della criminalità. Su quel gradino che qui in passato in molti hanno appoggiato il piede per poi sprofondare nelle patrie galere. È da uno di quelli che non ho mai capito perché è’ ancora in carcere ristretto al 41 bis senza una condanna all’ergastolo ( Vincenzo Stranieri ridotto ormai allo stato vegetativo senza che nessuno muova un grido in questa società dove tutti sono pronti a sollevare denunce sociali) arriva da qualche anno l’invito a smetterla di giocare a fare i delinquenti di paese. Nel suo diario da uno dei tanti carceri che lo hanno ospitato Stranieri scrive “…sono più di 34 anni chiuso fra queste quattro mura di cemento. Se potessi tornerei a zappare la terra ad oggi avrei maturato anche la pensione. Non seguite questa strada””
Remo Croci giornalista inviato Quarto Grado su Facebook
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