ROMA – Rottamiamo la cultura nella scuola a partire da Pasolini a dalle egemonie delle antologie schierate. Renzi applichi la rottamazione anche alla cultura e alla scuola. Richiesta per non peggiorare.
Rottamazione a partire da Pasolini.Certo. Il Presidente del Consiglio Renzi ha perfettamente ragione nel suo lessico e nel suo vocabolario del “gergo” rottamazione. Non entro nel merito del progetto politico perché sono chiaramente di parte. Tutto ciò che è di destra lo sta realizzando un politico che di destra non si dice. Ma bisogna cominciare a rottamare anche nella cultura, nel mondo che dovrebbe produrre cultura e promozione culturale. Non è detto che chi si dice o si considera “intellettuale” debba ancora essere considerato un maestro pensante. Anche i maestri invecchiano e si consumano ed anche il pensiero da debole diventa fragile. Quella che una volta si chiamava egemonia culturale è diventata cultura del vuoto, anzi del nulla e in questa fase il rapporto tra cultura e scuola diventa sempre più importante ma anche difficile e delicato. La scuola ha pesanti responsabilità e colpe. La scuola, e Renzi lo sa bene, è un bene pubblico e comune che rappresenta il vero modello di investimento sulle nuove intelligenze. Le nuove intelligenze non possono più essere educate dai professorini dalle penne rosse che hanno respirato e ingoiato e ripetuto a memoria Gramsci Milani e Pasolini. Smettiamola con le solite narrazioni fabulistiche e con i docenti che ripetono ciò che antologie schierate sottolineano da decenni. Smettiamola con la cultura della non cultura, con esperti considerati tali in base non so a quale forte curriculum di provincialismo. Smettiamola di considerate intellettuali coloro che di loro non hanno una sola idea una idea sola. I titoli, ci vogliono le pubblicazioni, le esperienze, lo sguardo verso le culture della universalità. La presentazione di un libro testa una presentazione e non un evento. L’evento è ben altra cosa. Bisogna rottamare chi ha gestito la cultura in questi anni. Renzi lo sa bene. Se siamo in questo poverume di pensiero sciolto da ogni briglia a chi diamo la responsabilità? Se si continua ancora a pensare a Pasolini come grande poeta siamo belli e fritti. Se si continua a tenere ai margini Pavese siamo brutti e fottuti. Se si continua a non spendere una parola sul Bottai Bruno che era figlio del grande ideatore del concetto di patrimonio storico come bene culturale restiamo in malafede. Se si portano nelle scuole scrittori scarsi di grammatica e sintassi e poi si “scartano” Bevilacqua e Berto non è colpa degli alunni, ma di chi propone e di chi accetta. È la scuola che deve fare cultura e non gli “esperti” esterni ben remunerati, perché la scuola è Agenzia. E allora apriamo questo capitolo: rottamiamo chi ha fatto cultura in questi anni, chi ha accettato nelle scuole un tipo di cultura che ha ideologizzato, chi ha proposto sapendo che con la cultura si possono creare sacche di egemonia. Renzi nelle tue mani anche la progettazione culturale per le nuove generazioni, ma basta con il già visto, con il già fatto, con il già detto. C’è una nuova cittadinanza culturale che non ha nulla a che fare con i Pasolini con i giacobini con i gitotondini con le Lecture di un Dante sepolto nelle parrucche accademiche. Diceva Moro che bisognava aprire le finestre per far entrare aria non solo fresca ma nuova. Rottamazione. Il termine è futurista, ma bisogna applicarlo anche nei mondi delle culture, e per culture mi riferisco anche alle scuole e alle università. Questa è soltanto una proposta per non peggiorare e per prevenire.
Sindacato Libero Scrittori Vice Presidenza Nazionale – Roma
PIERFRANCO BRUNI
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!