Il chiosco con le “ruote”, il profumo del mare, la voce degli ambulanti tra le stradine di Specchiarica che già alle 7 del mattino strombazzavano “cozzee, pesce frescoo” oppure l’altro che cercava di vendere i materassi a molle, sembrano lontani ricordi di una vita fa, eppure scolpiti nella mente di cui conservo i colori, gli odori e le sensazioni come se fosse ieri.
Giunta l’ultima settimana di giugno, in genere coincideva con la festività dei Santi Pietro e Paolo, la maggior parte dei cittadini di Avetrana si trasferiva sulla vicina costa tra Torre Colimena e Specchiarica per trascorrere le vacanze estive.
Anticamente era un vero e proprio trasloco, ci si attrezzava con ape, camioncini, furgoni ecc., per trasferirsi nella residenza estiva a 5 chilometri da Avetrana. Chi portava le reti, i materassi, le biciclette, addirittura la cucina per avere ogni comodità nei mesi estivi.
Ricordo che nel trasloco ero molto attento affinché la mia due ruote e quella di mio fratello non subissero alcun danno, perché appena giunti al mare era bello scorrazzare tra le stradine di campagna a ridosso dal mare. Era per me e per il mio gemello l’estate delle ginocchia sbucciate.
Si ritornava ad Avetrana molto raramente, sopratutto per delle commissioni oppure per salutare i parenti rimasti in paese. Avetrana sembrava quasi un paese fantasma, irreale con le poche persone rimaste quasi a far da guardiani ad intere vie disabitate.
Ora, tutto è cambiato, pur avvenendo il trasferimento al mare, Avetrana nel corso degli ultimi 20 anni è divenuta una piccola perla con il suo centro storico che offre ai turisti, tra le diverse e variopinte sagre, e l’assaggio dei prodotti tipici locali, al ritmo di “pizzica”.
Si susseguono gli eventi per tutto il corso dell’estate organizzate dalle varie associazioni, riproponendo tra tradizioni e leggende la storia passata, cullando i turisti tra il mare limpido e azzurro della vicina costa e le contaminazioni culturali in chiave moderna di un passato sempre recente e vivo, baciato dal sole di questa terra.
Salvatore Cosma