Manduria – I componenti della “comitiva degli orfanelli” rimangono in carcere, i due maggiorenni si trovano nella casa circondariale di largo Magli e i sei ragazzi minorenni nel carcere minorile Fornelli di Bari. Il Giudice per le indagini preliminari Rita Alessandra Romano ha emesso le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due maggiorenni. Il gip del Tribunale per minorenni, Paola Morelli, ha spiccato i provvedimenti restrittivi nei confronti dei sei minori.
Pronti a presentare un ricorso al Tribunale del Riesame, gli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi, i quali assistono uno dei maggiorenni e si incominciano a delineare la linee difensive. Oltre ai due avvocati Pesare e Pasanisi, il resto del collegio degli avvocati difensori è composto dagli avvocati Piergiovanni Lupo, Davide Parlatano, Lorenzo Bullo, Antonio Liagi e Cosimo Micera. I legali dei ragazzi hanno tenuto a dire che i loro assistiti si sono detti dispiaciuti per la terribile vicenda e sono molto provati a causa dei provvedimenti restrittivi.
«Stano – scrive il giudice Romano – è stato fatto oggetto di un trattamento inumano e degradante, braccato dai suoi aguzzini, terrorizzato, dileggiato, insultato anche con sputi, spinto in uno stato di confusione e disorientamento, costretto ad invocare aiuto per la paura e l’esasperazione di fronte ai continui attacchi subiti e, di più, ripreso con dei filmati (poi diffusi in rete) in tali umilianti condizioni. La misura della custodia cautelare in carcere – prosegue il gip – appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inaffidabilità e completa assenza di freni inibitori». Per il giudice delle indagini preliminare il carcere appare necessario per evitare che simili violenze si ripetano. Sottolinea come i nuclei familiari dei due indagati «hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i due giovani».
Il gip del Tribunale per i minorenni di Taranto, Paola Morelli, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due 16enni e i quattro 17enni i quali, insieme ai due maggiorenni, sono accusati di tortura, sequestro di persona, danneggiamento e violazione di domicilio.
«I gravi indizi di colpevolezza- scrive il giudice Paola Morelli nel provvedimento restrittivo– non solo non sono scalfiti dalle dichiarazioni degli indagati fatte in udienza, ma ne sono entro certi limiti rafforzati per come già anticipato. Per il gip, laddove i video li rendono visibili, hanno ammesso il loro coinvolgimento anche perfezionando o ampliando l’ipotesi accusatoria e, laddove non registrano la loro presenza l’hanno negata. E’ il caso di osservare che la mancata ripresa video delle persone fisiche di alcuni indagati, non è automaticamente indicativa del loro mancato coinvolgimento anche in quello specifico fatto. La particolare conformazione dei luoghi della casa (fatta di spazi lunghi, stretti e angusti), il modesto raggio d’azione della telecamera del cellulare e i brevissimi tempi di autonomia di ripresa, non hanno in alcun modo assicurato la completezza dello scenario delittuoso e il numero dei suoi protagonisti».
Durissimo il commento del giudice sui nuclei familiari dei due indagati che “hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i due giovani”. Da qui la decisione di escludere la concessione degli arresti domiciliari.
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