Scusate l’assenza. Torno a parlare dopo giorni di silenzio. Giorni che sono stati molto difficili, sia da un punto di vista umano che politico. Lo sono stati per me e per le persone con cui ho avuto l’onore di lavorare a Bruxelles e a Strasburgo in questi due anni e mezzo. I fatti li conoscete tutti. I media ne hanno dato largo risalto e, come al solito, hanno sollevato polveroni confusi e per lo più inesatti (altro che post-verità). Di vero, c’è che sono stati commessi diversi errori. E a questi errori bisognerà dare risposte decise, chiare e forti.
Lo dobbiamo fare tutti, nessuno escluso. Cercare sole le singole responsabilità non ha senso e aggiungerebbe solo del male a quello già ampiamente patito nelle ultime ore. Le responsabilità sono di tutti. E tutti se ne devono assumere la propria quota. Nessuno escluso. E’ questa una delle forze maggiori del Movimento 5 Stelle. E da qui dobbiamo ripartire.
In questi due anni e mezzo, fin dall’ingresso al Parlamento europeo, abbiamo dovuto lottare contro un sistema sedimentato di partiti e gruppi politici, un reticolo di norme e sotterfugi legislativi che hanno indebolito la natura democratica di questa istituzione, rompendone il vincolo di responsabilità con i cittadini e avvolgendola in una bolla opaca buona solo per le scorribande delle multinazionali e lontana anni luce dai principi sanciti dai Trattati Ue.
Questo sistema ha visto da subito nel nostro Movimento un gravissimo pericolo per la sua sopravvivenza. E ha fatto di tutto per metterci all’angolo sfruttando le norme che il sistema stesso ha creato per la propria salvaguardia. Ci hanno accusato di essere estremisti, populisti, di essere la causa della fine dell’Unione europea, persino di essere razzisti e xenofobi. E soprattutto, hanno cercato di bloccare le nostre attività, tenendoci ai margini delle commissioni parlamentari e dei vari dossier.
Per uscire dall’angolo, era necessario avere un gruppo politico senza il quale, date le regole che governano il funzionamento del Parlamento Ue, non è possibile contribuire agli atti legislativi, scrivere relazioni e più in generale incidere sulle politiche che toccano la vita di 500 milioni di cittadini.
Costruire un gruppo nostro, con altre forze a noi realmente vicine, è il futuro. Ma oggi non è ancora del tutto possibile. Da qui, le scelte che conoscete tutti.
Ora, l’unica strada da seguire è quella della serietà: assumiamoci tutti le nostre responsabilità, facciamo tesoro degli sbagli fatti e RIPARTIAMO, più forti di prima.
Non manderemo certo all’aria il duro lavoro portato avanti dal Movimento in questi due anni e mezzo in Europa. Siamo riusciti passo dopo passo a uscire dall’angolo e a imporre le nostre battaglie politiche. L’elenco dei risultati ottenuti è lungo, non solo dentro il Parlamento Ue, ma anche nei rapporti con le altre istituzioni europee, a partire dalla Commissione, nel contrasto alle scellerate azioni del governo Renzi in Europa e nel lavoro di denuncia, informazione e propositivo sui territori. Mi limito a citare l’ultimo dei traguardi raggiunti: grazie a un nostro emendamento, siamo riusciti a ottenere che i fondi Ue per la prevenzione e la ricostruzione post-terremoto siano esclusi dai vincoli del Patto di Stabilità. Un piccolo, grande passo nella lotta all’austerity e nel sostenere le popolazioni e i territori colpiti dal sisma.
E’ anche da questi traguardi che dobbiamo ripartire. Io lo faro’ con tutta l’impegno e si’, anche con tutta la rabbia accumulata in questi giorni. C’è tanto lavoro che ci aspetta per l’Europa dei cittadini, per l’Italia che chiede risposte e, non ultime, per la Puglia e la mia TARANTO, per la quale non mollerò e non molleremo MAI. Andiamo avanti.
Rosa D’Amato
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