Si è svolto sabato scorso, 11 maggio, l’evento – rievocazione del matrimonio di Maria d’Enghien e Ladislao I. Nata nel 1367, Maria d’Enghien fu contessa di Lecce dal 1384, in quanto ereditiera dei possedimenti del fratello Pietro, privo di eredi. Si sposò in prime nozze con Raimondo Orsini Del Balzo e fu principessa di Taranto dal 1399 e, in seconde nozze, Ladislao I d’Angio’-Durazzo, re di Napoli, divenendo la sua terza ed ultima moglie e fu, quindi, regina consorte di Napoli dal 1404 al 1414, anno della morte del marito. Come moglie del re Ladislao I, oltre ad essere consorte di Napoli, fu regina titolare consorte di Gerusalemm, di Sicilia e d’Ungheria, contessa titolare consorte di Provenza e di Forcalquier.
Maria Di Maggio è l’interprete da diversi anni della principessa di Taranto, nella prestigiosa parata storica, giunta alla sua 21esima edizione, organizzata dall’omonima associazione culturale, magistralmente presieduta dalla professoressa Linda Fania. Un lavoro straordinario, che vede la collaborazione di gruppi storici, compagnie d’armi, sbandieratori e diverse associazioni: i gruppi d’arme de “La Corte delle Spade” di Imola, le associazioni “Nuova Vis Ferri” di Trieste, “Sant’Andrea degli Armeni-Domus Armenorum”, “Tarantinidion” e gli sbandieratori di Oria, per una manifestazione che ha visto oltre duecento persone in parata in abiti d’epoca.
Abbiamo avuto l’esclusivo privilegio di accompagnare Maria nella sua preparazione e trasformazione da studentessa modello del quarto anno di Giurisprudenza a donna simbolo di regalità, sacrificio e coraggio. Infatti, il matrimonio della principessa di Taranto, fu celebrato nel 1407 come atto di resa, accordo politico, con Ladislao I, nemico accanito della antica città di origine greca, da tempo minacciata di saccheggio e distruzione. Un viso da ragazzina, che si appresta ad interpretare il ruolo di una donna forte e coraggiosa, madre, moglie, regina guerriera. Una delle figure più importanti e autorevoli di tutto il medioevo. Era ancora in vestaglia, con i capelli bagnati e il trucco tutto da fare, quando ci ha aperto la porta di casa. Faceva avanti e indietro per il corridoio, cercando accessori e gioielli di scena. Ci racconta di essere orgogliosa di prestarsi ad una interpretazione del genere, perché il suo interesse per la storia della sua città è tale da farle apprezzare e approfondire questi argomenti, anche da un punto di vista introspettivo, psicologico e umano. È attraverso queste figure di spicco, così forti e volitive, che si sono scritte le più importanti pagine della storia, ecco perché, per Maria Di Maggio, essere nelle preziose vesti della regina Maria d’Enghien, non rappresenta solo un modo alternativo per trascorrere un pomeriggio, quanto piuttosto l’occasione per esplorare una realtà sopita di quell’universo femminile, che la principessa di Taranto racchiudeva in sé. Uno dei compiti di un interprete è conoscere l’estensione dei possibili comportamenti umani e la profondità dei propri.
La giovane Maria si è rivelata capace di tirarli fuori dal cilindro, di sorprenderci, con la sua performance sentita, il suo incedere dignitoso, il suo temperamento da guerriera. Certo, lasciati gli abiti in velluto e broccato, e indossati nuovamente i jeans, Maria ripercorra’ via Duomo, questo lunedì mattina, per recarsi all’università, riprendendo la sua quotidianità, probabilmente non riconosciuta, ma con la stessa carica di energia e spirito combattivo, che l’hanno catapultata in un meraviglioso flashback emozionale. Da Maria a Maria, la storia di Taranto, rivive negli occhi di una bellissima giovane donna.
Alessandra Basile
Foto di Fabiola Vasco
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