Nei consultori, accoglienza e orientamento sull’identità di genere, per contrastare la discriminazione sanitaria.
In Italia ci sono oltre mezzo milione di persone transgender, ovvero persone che hanno un’identità di genere (ovvero un senso di sé) diversa dal genere assegnato alla nascita e che hanno avviato e terminato il percorso di transizione e circa un milione di persone che sono, invece, nella fase della transizione, ovvero non hanno ancora terminato il percorso per la riattribuzione del genere.
È dimostrato che l’orientamento sessuale e l’identità di genere incidono in maniera notevole sul rapporto che ogni persona ha con la salute e la sanità e lo fanno in misura ancora maggiore nelle persone che affrontano, o lo hanno già fatto, la transizione. Per questo, ASL Taranto, in collaborazione con l’Associazione CEST Centro Salute Trans e gender variant, presieduta da Miki Formisano, che si occupa dei diritti e della salute delle persone LGBT e delle persone transgender, da due anni ha avviato una attività di accoglienza, ascolto e orientamento sull’identità di genere. Senza necessità di prescrizione medica o altri tipo di appuntamento, le persone che hanno necessità di informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere possono rivolgersi al Consultorio e essere accolti da personale formato per fornire orientamento e supporto.
Il consultorio è un servizio di base, che si occupa della sessualità e dell’accoglienza, e per questo è stato individuato come il luogo adatto per questo tipo di attività. Grazie alla convenzione con l’Associazione CEST, da due anni si svolge un lavoro prezioso per incontrare le persone, spesso molto giovani e accompagnate dalle proprie famiglie di origine, che hanno bisogno di supporto e orientamento per un eventuale percorso di affermazione di genere.
“Il consultorio negli anni si è modificato e aggiornato – ha affermato la dottoressa Genny De Quarto, responsabile aziendale dei consultori – I servizi sono stati ripensati in base all’evoluzione della società, venendo incontro alle nuove esigenze.”
Il motivo fondamentale che ha portato alla realizzazione di queste attività è il voler rispondere al dettato costituzionale di garantire la salute di ogni cittadino, senza alcuna discriminazione. Ad esempio, il 71% delle persone trans non partecipa ai programmi di screening previsti e molti hanno difficoltà a incontrare specialisti, perché vi è una certa difficoltà e riluttanza. Per questo motivo è necessario non solo ripensare alcuni servizi ma soprattutto sensibilizzare e formare il personale, per garantire un approccio che non sia discriminante.
Dopo quella dello scorso ottobre, è stata organizzata la seconda edizione del corso “Salute sui generis”, dedicato ai dipendenti, sanitari e amministrativi. Giovedì 16 e venerdì 17 febbraio si terranno due giornate di relazioni, dibattiti e esercitazioni per riconoscere stereotipi e tabù e approfondire il tema dell’orientamento sessuale e della identità di genere, con l’obiettivo di fornire agli operatori gli strumenti per approcciarsi alle persone e poter fornire una presa in carico adatta alla identità di ognuno. Relatori del corso, psicologi, psicoterapeuti, sessuologi, assistenti sociali e avvocati specializzati nelle tematiche di contrasto alle discriminazioni.
“Come servizio sanitario pubblico, il nostro compito è prendere in carico le persone – ha affermato il direttore generale della Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco – e fornire a ognuno le prestazioni e le cure più adatte. Senza giudizi né discriminazioni, ma riconoscendo le unicità di ognuno, significa muoversi in direzione dell’umanizzazione delle cure e personalizzazione delle stesse. Per questo è importante la formazione dei nostri operatori.”
L’obiettivo futuro è costituire un gruppo di lavoro multidisciplinare per accogliere le varie istanze sull’identità di genere, per fornire risposte e sostegno, riducendo le difficoltà e permettendo di affrontare queste tematiche senza doversi rivolgere fuori provincia o fuori Regione.
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