Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un’area estesa come l’intera città di Roma.
Senza un suolo sano e vivo non c’è futuro per l’uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali. Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 400 associazioni chiedono all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l’acqua e come l’aria.
COSA CHIEDIAMO
Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.
Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall’eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall’erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.
Sabato 22 aprile 2017 in Piazza del Popolo a Maruggio, i volontari dei locali circoli ACLI e LEGAMBIENTE, allestiranno un banchetto informativo dove sarà possibile firmare la petizione ed avere ogni informazione in merito. Inoltre la raccolta firme proseguirà sino a tutto settembre prossimo, presso i locali del circolo ACLI in via Vittorio Emanuele, 29 a Maruggio (Ta)
#People4Soil è un’Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 400 associazioni.
Tieni pronta la tua carta di identità e clicca qui per salvare il suolo con la tua firma.
Un milione di firme per fermare il consumo e arginare il degrado del suolo: è l’obiettivo della ECI – Iniziativa dei Cittadini Europei People4soil, presentata oggi a Torino dal palco di Terra Madre, con l’obiettivo di ottenere una efficace legislazione comunitaria per la tutela del suolo.
Difendere il suolo vuol dire proteggere il paesaggio, la biodiversità e i servizi fondamentali per il nostro benessere, che dipendono da un territorio in buona salute. Il fatto che l’UE non abbia ancora una legislazione per arginare il consumo e il degrado di suolo contraddice la centralità che, fin dall’origine, il progetto comunitario europeo ha assegnato alla sicurezza e alla sovranità alimentare, da attuare garantendo il lavoro agricolo e l’accesso alla buona terra come presupposti per la prosperità e la convivenza pacifica dei popoli europei.
I suoli europei non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione dei Paesi membri. Per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di questi Paesi a esodi forzati. Allo stesso tempo però l’Europa perde suolo: per il solo effetto della crescita di urbanizzazioni e infrastrutture, nell’ultimo cinquantennio l’Europa ha perso una estensione di suolo agricolo di superficie pari a quella dell’intera Ungheria. Ma il suolo è anche molto altro: i suoli europei intrappolano una quantità di carbonio immensa, che equivale ad oltre 40 volte la CO2 emessa annualmente da trasporti, settore civile, industria. Il suolo è la culla della biodiversità terrestre e depura le acque, le assorbe e trattiene, svolgendo un ruolo fondamentale nella corretta gestione della risorsa idrica e nella prevenzione dei danni delle alluvioni.
Proprio per questo appare anacronistico che l’Europa non si sia ancora dotata di alcuna norma comune per la protezione della risorsa suolo, né di un programma di obiettivi vincolanti e di parametri per prevenire e contrastare gli inquinamenti, l’erosione, il degrado di una risorsa molto vulnerabile. Nell’Europa a 28 l’utilizzo smodato del territorio è legato alla crescita disordinata di edifici, cave, infrastrutture: negli anni 2000 il consumo di suolo è aumentato al ritmo di 100.000 ettari ogni anno (una superficie equivalente a quella di una città come Roma).
La petizione si firma anche online: per i cittadini italiani sul sito www.salvailsuolo.it su cui è possibile aderire fornendo i propri dati anagrafici.
Presidenti delle organizzazioni della task force italiana:
Roberto Rossini, ACLI
Roberto Moncalvo, Coldiretti
Andrea Carandini, FAI Fondo Ambiente Italiano
Silvia Viviani, INU Istituto Nazionale di Urbanistica
Rossella Muroni, Legambiente
Fulvio Mamone Capria, Lipu
Gaetano Pascale, Slow Food Italia
Donatella Bianchi, WWF Italia
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