Nel suggestivo paesello di Maruggio uno dei più bei Borghi d’Italia, si stende un’ombra inquietante sulla sanità pubblica, minando i valori che l’antico e illustre medico Ippocrate ha strenuamente difeso. Questa “oscurità” non è altro che la burocrazia, la cui natura corroditrice sembra minacciare la qualità dell’assistenza medica e l’integrità della professione.
Da sempre, la sanità rappresenta un pilastro cruciale di società prosperose ed equilibrate. Ma cosa accade quando il sistema, il cui compito è preservare salute e benessere dei cittadini, inizia a sgretolarsi sotto il peso di interessi economici egoistici?
In un tempo passato, un elemento essenziale dell’assistenza medica era il Medico Condotto (abrogato con la riforma sanitaria del 1978). Questi professionisti dedicavano anima e corpo al loro “mestiere”, senza essere inghiottiti da un mare di documenti e burocrazia. Erano veri e propri guardiani della salute, ispirandosi alle virtù morali e all’etica curativa di Ippocrate.
Ippocrate, considerato da molti il padre della medicina moderna, ha dedicato la sua vita a un codice etico che poneva il paziente al centro. Il celebre “Giuramento di Ippocrate” ha guidato i medici attraverso le epoche, rimarcando l’importanza di trattare i malati con rispetto, preservare la loro riservatezza e percorrere la strada del recupero senza infliggere danno. Ma nell’oggi, sembra che questi fondamentali principi si stiano sgretolando a Maruggio, e altrove.
Le cronache locali dipingono quadri di strutture sanitarie in lotta per garantire adeguati livelli di cura, a causa delle risorse limitate. I pazienti sono costretti ad attese sproporzionate per consultazioni mediche e test diagnostici cruciali, con potenziali effetti devastanti sulla prognosi e il trattamento di svariate patologie, oramai è diventato obbligo ricorrere a prestazioni mediche a pagamento.
Ancora più angosciante è l’idea che, invece di guidare il sistema in base al bene dei cittadini, sia la burocrazia a dettare le decisioni. Corruzione, favoritismi e scelte influenzate dalla disponibilità di fondi piuttosto che dalle esigenze cliniche dei pazienti sono ormai moneta corrente. Anche i medici potrebbero ritrovarsi in bilico, dovendo navigare tra l’etica medica e le pressioni finanziarie che soffocano la loro professione.
Quando la burocrazia supera la sanità stessa, la fiducia dei cittadini nella professione medica rischia di sgretolarsi. Il paziente potrebbe iniziare a dubitare delle intenzioni dei medici, temendo che le decisioni siano influenzate da burocrazia invece che dalla volontà di garantire la miglior cura possibile.
Il dilemma che affligge Maruggio riflette un problema più ampio che coinvolge il sistema sanitario globale. L’eredità di Ippocrate ci ricorda che la medicina dovrebbe ispirarsi alla compassione, all’umanità e alla dedizione per il benessere del paziente. La burocrazia e l’avidità finanziaria non dovrebbero mai oscurare tali virtù essenziali. È vitale che i leader e gli attori nel settore sanitario collaborino per assicurare che l’etica rimanga al cuore della sanità, affinché Ippocrate possa riposare in pace, certo che la sua eredità sia rispettata e onorata. E forse, un ritorno al calore e alla dedizione del medico di famiglia di un tempo potrebbe offrire una luce nel buio della burocrazia moderna.
Tonino Filomena