Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice di Sava:
Come tutti ben sapete mi sono candidata per le amministrative del 2017 sostenendo con entusiasmo e determinazione l’attuale sindaco (Iaia. ndr). L ‘idea di partecipare come protagonista alla vita politica del paese mi ha allettato sin da subito poiché ho creduto e abbracciato un progetto che mi era stato presentato come innovativo e partecipativo, frutto di una condivisione di idee e azioni; nello specifico un progetto politico che si doveva soprattutto realizzare puntando sulle competenze.
Ho deciso di buttarmi nella mischia poiché ho ritenuto interessante e fruibile l’idea che mi era stata presentata proprio perché, per come veniva spiegata, illustrata e definita, rappresentava nella sua sommatorietà un prospetto di azioni politiche e sociali in cui tutti potevano sentirsi protagonisti attivi e propositivi. In realtà alla luce di alcune analisi personali e riscontri incrociati, sempre personali, ho dovuto ricredermi su parecchi punti rimettendo in discussione non solo me stessa e la fiducia che ho riposto nel progetto e nei suoi fautori, ma anche in quell’ideale di equità e pari opportunità che ho sostenuto anche con slancio ed entusiasmo.
Sono solo mie valutazioni e opinioni che liberamente esprimo.
Forse non ben calcolato le strategie politiche che sono d’obbligo in una campagna elettorale o forse ho frainteso il tutto e ho riposto troppa fiducia nell’entourage politico illudendomi, prendendo un abbaglio e fantasticando sulla possibilità di considerare la politica come un servizio di competenza e non di convenienza….
Insomma, senza remore e senza fossilizzarmi su quello che è stato e/o non è stato, ho deciso di ricominciare da zero con in mano però un ventaglio di analisi, valutazioni accurate, approfondimenti e riscontri che mi spingono e mi stimolano a trovare un’alternativa politica seria che possa ospitarmi o vedermi addirittura come istitutrice protagonista per poter trovare uno spazio politico pensato e condiviso, dove possono annullarsi le differenze, dove sia possibile un confronto attivo ma soprattutto il dibattito, lo scontro costruttivo, dove ognuno possa lavorare guardando alle vere necessità del compaesano superando il “fumo negli occhi” del divertentismo.
“Fumo negli occhi” ( Fig.: gabellare una cosa per un’altra rendendo confusa una situazione e dando rilievo a false apparenze, far credere cose non vere come appannando la vista all’interlocutore in modo che non distingua bene i contorni di quanto vede. Anche mistificare la realtà di una situazione di cui ci si vergogna o che comprometterebbe il risultato di qualcosa. Tratto da Dizionario dei modi di dire).
Dopo questo non posso che ringraziare (ironicamente parlando) chi mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza se pur negativa; ha infatti solleticato in me la voglia di “vederci chiaro” e capire se sia possibile andare oltre la mera politica d’apparenza e di facciata.
Ora sono pronta a resettare il tutto e ricominciare per dare il mio contributo disinteressato al mio paese, guardando alle vere necessità soprattutto in ambito sociale, lottando per i diritti di tutti specialmente delle fasce più deboli mettendo a disposizione le mie competenze professionali; voglio partire dalle criticità delle azioni dell’attuale amministrazione per focalizzarmi su quello che è meglio fare per il bene di tutti, anche con il confronto.
Insieme ad un gruppo di amici (anche su questo presto ci saranno delle novità) che hanno soprattutto ascoltato la mia opionione, che si sono confrontati su obiettivi comuni e che mi hanno ridato fiducia ed entusiamo, voglio lavorare su uno scopo condiviso: quello di rieducare/rci alla politica (mi ci metto anche io nella mischia) affinchè tutti possiamo riappropriarci di un elemento portante per la vita comunitaria…la gente deve capire che la politica e che il mio/nostro fare politica dovrà essere uno strumento utile per rivendicare i loro diritti e che io/noi sono/siamo a loro servizio per assicurare che questo venga attuato.
Un sentito grazie a chi mi appoggerà e sosterrà in questo percorso”.
Rossella Pichierri
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