Un ventennio fa, intorno al 1999, l’ Amministrazione Comunale savese pensa di ristrutturare la vecchia Piazza Sauro (più anticamente Largo Pozzi) dandole un aspetto “moderno” e dedicandola a Padre Pio. Così, anziché valorizzare e riportare al suo più antico aspetto il sito, lo si rende irriconoscibile, deturpando, per di più, un monumento storico e tipico del litismo salentino, la Colonnina dell’ Osanna presente in quella piazza, che la gente denominava appunto “Lu Sannài”.
La colonna dell’ Osanna perde così il suo aspetto originale e viene rivestita completamente in marmo e, per di più, le si affianca una cabina per il metano.
La piazzetta, oggi resa irriconoscibile, conserva tuttavia ancora la sua antica e tipica forma triangolare, e la colonna (somigliante nell’aspetto e nelle caratteristiche a quelle che si possono ancora ammirare, nei paraggi, a Monacizzo e a Uggiano Montefusco) è posta al vertice del triangolo, ovvero in una posizione che la vede a “guardia” di un crocevia. Il posizionamento di questo genere di strutture ai crocevia è una costante che si ripete sin dall’antichità più remota, e le caratterizza come protettive e augurali: difatti, le colonne degli Osanna sostituiscono, sia nell’aspetto che nelle funzioni e nei significati, più antiche strutture litiche come Menhir, Erme, Enodii (ne parlo nell’articolo intitolato Le colonne degli Osanna tra storia, leggenda, devozione, magia e tradizione apparso nel dicembre 2018 su La Voce di Maruggio, e rimando per approfondimenti a tale lettura).
Sino a fine anni ’70 la piazzetta era ancora priva di mattonatura, e la sua pavimentazione consisteva di semplice terra battuta. Ancora più anticamente, al centro della piazzetta, secondo le testimonianze degli anziani conoscitori del luogo, esisteva un pozzo sorgivo che probabilmente era in comunicazione con la falda sotterranea che attraversava anche la vicina Piazza San Giovanni, e con i cunicoli sotterranei dell’antico centro del paese. L’antica denominazione di questa piazza, Largo Pozzi, (la si ritrova in una mappa delle vie di sava inserita nel libro del Coco, “Cenni Storici di Sava”) lascia presupporre che quel nome derivasse proprio da una o più imboccature di pozzi sorgivi presenti in zona. Sino ai primi del Novecento questo sito ha mantenuto la denominazione più antica. Non so quando siano “sparite” le tracce dei pozzi sorgivi, dal momento che non sono riuscito a recuperare antiche foto della piazzetta, e nemmeno foto risalenti agli anni ’60-70, periodo in cui non vi era alcuna traccia delle imboccature ma la piazza aveva ancora, per molti aspetti, il suo assetto originale.
In questo luogo si svolgeva (all’incirca sino a fine anni ’60 – inizi ’70), nella domenica precedente la Pasqua, la benedizione dei rami e fasci di ulivo, antico rito salentino. Una volta benedetti, tali ramoscelli venivano fissati sui tetti delle case, conficcati nei campi, o tenuti in casa fino all’anno successivo, come simbolo augurale ed apotropaico.
Sarebbe auspicabile un’opera di seria ristrutturazione della antica piazzetta, con il ripristino dell’ aspetto originale dell’antica colonna dell’ Osanna, la restituzione dell’ antico nome (Largo Pozzi), la rimozione del moderno monumento a Padre Pio (che potrebbe essere riposizionato in altra piazza moderna e appositamente dedicata, se proprio ci si tiene alla devozione al “santo”). Non da ultima cosa, sarebbe utile anche tentare di ritrovare l’ubicazione delle imboccature degli antichi pozzi e ricostruirle.
Gianfranco Mele
BIBLIOGRAFIA
De Giorgi C., I Menhir della Provincia di Lecce in Rivista storica Salentina, anno XI n. 4-5-6, nov.-dic. 1916
Demitri, C., Feste, riti e tradizioni di Maruggio, Nuovi Orientamenti, Gallipoli, Taviano 1985
Coco P., Cenni Storici di Sava, Stabilimento Tipografico Giurdignano, Lecce, 1915
Mele G., Le Colonne degli Osanna tra storia, leggenda, devozione, magia e tradizione, in La Voce di Maruggio, dicembre 2018
Mele G., Sava – Castelli, la città sottrranea e la necropoli. Documenti, tracce e testimonianze di un antico centro abitato precedente la Sava del XV secolo in: Terre del Mesochorum, Archeoclub Carosino