Nel corso dell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di misure cautelari contro il sindaco Pasquale Nicolì e l’assessore Vito Oronzo Bernardi, si è scoperto che anche il vice sindaco di Erchie, Giuseppe Polito, e l’assessora Lina Ferrara sono tra gli indagati. La vicenda, coordinata dai pm Antonio Negro, Pierpaolo Montinaro e Giovanni Marino, riguarda presunti reati di abuso d’ufficio e falso in relazione agli atti che hanno portato alla rimozione dell’ingegnere Antonio Gigli dall’Area servizi della città.
Il sindaco Nicolì e l’assessore Bernardi sono stati posti ai domiciliari, mentre l’assessora Pamela Melechì e l’ingegnere Pasquale Ciriaco hanno ricevuto il divieto di dimora. Polito e Ferrara sono indagati a piede libero. La prefetta di Brindisi, Michela Savina La Iacona, ha sospeso ex legge Severino gli amministratori raggiunti dalle misure cautelari, ma al momento nessuno di loro ha presentato le dimissioni, il che potrebbe comportare la revoca del provvedimento.
Il fascicolo dei pm si è arricchito nel tempo di esposti presentati da dipendenti comunali e denunce dell’opposizione. I reati contestati spaziano da concussione a tentata concussione, abuso d’ufficio in concorso, atti persecutori e altri, tutti aggravati dal fatto di averli commessi contro pubblici ufficiali.
La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari per i principali quattro indagati. Si ipotizza che i contrasti tra l’amministrazione Nicolì e l’ingegnere Gigli siano nati quando quest’ultimo si rifiutò di formalizzare l’affidamento dei servizi cimiteriali a una cooperativa indicata dal sindaco.
La vicenda coinvolge anche contrasti con l’ex responsabile dei Servizi sociali Lucia Fanuli e il caso di Cosimo Carrozzo, candidato alle elezioni del 2020. Nicolì sarebbe stato descritto come arrogante e incline a sovrapporre la volontà politica alla gestione amministrativa. La situazione è complicata da accuse di falsità ideologica, violenza sessuale e altri reati.
Al momento, il clima politico a Erchie è teso, e la decisione degli indagati di non dimettersi potrebbe influenzare l’evoluzione della vicenda giudiziaria.
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