Nota breve (senza polemica alcuna) indirizzata a taluni nostrani (per fortuna pochi) commentatori da strapazzo, denigratori delle altrui conoscenze e virtù.
Cari opinionisti, non vi affaticate quando giudicate dall’apparenza, senza conoscere le altrui virtù. Ecco cosa facevano alcuni grandi scrittori prima di diventare famosi: barista, bigliettaio, lavapiatti. Hanno scritto libri bellissimi che ci hanno fatto sognare e viaggiare nel tempo. Ma questi grandi nomi della letteratura sono nati scrittori? Assolutamente no. Scrittori non si nasce, si diventa. Grandi o piccoli che siano, noti o poco noti, vanno comunque rispettati e “giudicati” per quello che scrivono e non per i mestieri che fanno (anche loro devono guadagnarsi il pane!).
Alcuni di loro sono entrati nella storia, non per il lavoro che facevano: Agatha Christie, inserviente ospedaliera; Charles Dickens, operaio in una fabbrica che produceva etichette per scatole che contenevano lucido da scarpe; James Joyce, operaio del cinema (macchinista); Franz Kafka, impiegato non retribuito; Jack Kerouac, lavapiatti, raccoglitore di cotone e benzinaio; Harper Lee, bigliettaio; Herman Melville, mozzo su una nave mercantile; Émile Zola, fattorino. I miei preferiti: Umberto Saba e Eugenio Montale, impiegati.
Detto questo, cari denigratori, lasciate che fioriscano anche nel nostro paese le menti belle e le anime nobili, al di là dei loro rispettivi mestieri, distinti o umili che siano. Quando incontrate un impiegato, un operaio o una lavapiatti che sa scrivere e descrivere la Bellezza dell’Anima, inchinatevi. E’ il minimo che possiate fare. E per scusarvi… “sforzatevi” per acquistare un loro libro e donatelo alla persona che amate. Perché regalare un libro è più di un gesto d’affetto. Con un libro regalate qualcosa di voi e di noi, un pezzo della vostra anima e dell’anima dell’autore che conoscerete. Un piccolo gesto fa un lettore grande.
Tonino Filomena