Ho assistito inerme da un balcone allo scempio barbarico di un migliaio di tifosi olandesi a Campo de’ Fiori. Ubriachi, hanno tenuto in ostaggio la piazza e dintorni per diverse ore, urlando, spaccando bottiglie, aggredendo vetrine, passanti e negozi, seminando panico. Sono calati in seimila, i barbari della civilissima Olanda, a Roma per la partita di ieri sera col Feyenoord. Le vie dell’inferno sono infinite, come quelle del Signore.
Noi aspettiamo i barbari dal Sud, orde di fanatici venuti dall’Oriente, come cantava anni fa Battiato. Aspettiamo missili e attacchi dalla Libia, uomini-bomba, e flussi di migranti clandestini. Poi dai paraggi di Maastricht, dall’alto dell’Europa nordica, libertaria e protestante che fa le pulci all’Italia mediterranea, cattolica e indebitata, calano bestie dal volto umano, a migliaia, e ti accorgi che anche la barbarie è plurale e non è solo extramoenia, ma è dentro casa. E non arriva nel nome di un Dio, usato per il loro fanatismo, e nemmeno della disperazione dei paesi poveri e repressi, ma nel nome del Calcio e della libertà di bere e di sfogarsi. Certo, non confondiamo interi popoli con minoranze bestiali, ma vale pure per l’Islam. Ma resta l’immagine di quei barbari biondo-rossicci che spaccano tutto, lanciano vetri rotti e urlano come bestie in libertà.
Ci sono i barbari del fanatismo, decisamente più feroci, che uccidono in nome di Allah e di una vignetta. Ma ci sono i barbari del nichilismo futile che violentano per una bottiglia, una dose o un gol.
Da Facebook – Marcello Veneziani – Pagina autorizzata
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