Come volevasi dimostrare si è perpetrato l’ennesimo oltraggio : quei 50 milioni di euro che dovevano servire per almeno tamponare e offrire un briciolo di dignità a tutti quei bambini di Taranto che hanno la sfortuna di crescere nella fauci del mostro, quei 50 milioni dicevo devono fare marcia indietro; forse perché nella mente di chi decide il destino degli altri c’è la macabra consapevolezza che non ne valga la pena! Questo un altro tassello di quel puzzle di morte che stanno preparando per questa Città sempre più violata e dimenticata da tutti.
In ogni famiglia c’è più di un posto vuoto; negli ultimi anni mi sono stati rubati gli affetti più cari e un numero imprecisato di amici e conoscenti. La disperazione, il dolore, la rabbia, non possono fare nulla dinanzi all’egoismo alla volontà di perseverare, in nome del profitto, sulla pelle di chi non ha via di scampo.
Il teatro dei burattini e dei burattinai che hanno permesso questo macabro spettacolo, ogni anno, ogni mese ed ogni giorno si è andato arricchendo di nuovi e vecchi protagonisti che a vario titolo si sono nascosti, hanno imbrogliato e hanno continuato a farlo forti del loro sentirsi immuni da giudizi e/o responsabilità in quanto potenti. Nessuno di loro si è preoccupato di questa Città alla deriva, squartata in due dai suoi stessi figli, da chi è passato da accusatore ad accusato, da coloro che per difendere il proprio lavoro sono stati costretti a svendere la loro vita e quella dei propri cari.
L’aspetto più triste credo sia proprio questa disperata lotta tra chi, pur da posizioni diverse, rivendica gli stessi diritti al lavoro e alla salute; una salute che si deve barattare per portare avanti la famiglia e per la quale per anni si è accettato di alzarsi ogni mattina ed entrare in quell’inferno che sovrasta da decenni questa Città.
Quella di queste ultime ore l’ulteriore sconfitta, l’ennesima conseguenza di essere stati sfruttati e dissanguati in tutti i sensi, di essere stati privati anche della capacità di pensare ad un futuro senza l’acciaio. Da una parte la prospettiva di svegliarsi la mattina e questa volta “non” respirare più la diossina… per dirla con uno slogan di questi ultimi anni, dall’altra il senso di impotenza di incapacità di chi da anni è stordito e defraudato della capacità di mettersi in gioco, di credere nelle capacità e nelle potenzialità di questa terra e di questo popolo “capitato” per fortuna o scherzo del destino “in quell’angolo di mondo” già caro ad Orazio.
La sensazione è quella di essere in trappola, una gabbia a maglie strette dalla quale non puoi scappare; vivi continuamente combattuto tra il desiderio di fuggire nella speranza di salvarti e la volontà e la necessità di rimanere in questo posto che ami … e attraverso le maglie di questa prigione non si intravede il futuro, la vita dei tuoi figli e delle altre persone inconsapevoli o meno del destino che li aspetta.
Increduli davanti a tanta paradossale indifferenza continuiamo a chiederci cosa ci aspetta oltre al peggio che già viviamo! Da dove si dovrà ricominciare? Come conciliare la disperazione e l’incertezza delle migliaia di famiglie coinvolte loro malgrado in questa follia del potere e degli interessi dei pochi che ha portato tutto questo? E soprattutto dove trovare la forza e la speranza di riscrivere un futuro che metta al primo posto la dignità del cittadino e che garantisca il diritto al lavoro senza ricatti e compromessi? A tali domande nessuno potrà o vorrà rispondere… solo neri segnali di fumo!!!
Anna Marsella
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