Sabato scorso in via Trento a Sava, si sono allertati alcuni residenti dei due corposi corpi di fabbrica, in tutto quasi 40 famiglie, alla vista di una evidentissima crepa nel manto stradale. Da qui l’immediata chiamata dei Vigili del fuoco i quali, con l’ausilio della Polizia municipale, hanno transennato tutta l’area interessata a questo sprofondamento. Una puzza incredibile si è sprigionata da questa profonda buca e, senza ombra di dubbio, trattasi di liquami e reflui che non vengono più contenuti nelle apposite vasche di cemento in quanto, molto probabilmente, deteriorate. E’ un allarme igienico sanitario. Oltre a registrare l’immediata presenza sul luogo dei Vigili del fuoco, i quali con nastro rosso e transenne hanno delimitano tutto il tratto interessato. Sul luogo è intervenuto anche l’assessore ai Lavori pubblici, Pasquale Calasso, a verificare l’accaduto.
“L’episodio avvenuto a Sava è molto grave ma nessuno pensi di strumentalizzarlo per accelerare i lavori dell’impianto di depurazione dell’agglomerato di Manduria e Sava che prevede lo scarico a mare.” lo dichiarano i consiglieri M5S Marco Galante, Cristian Casili e Antonio Trevisi che fanno sapere di aver depositato proprio in questi giorni una interrogazione diretta agli assessori Santorsola e Giannini per sapere se l’iter del progetto originario sia stato bloccato in attesa che la Commissione Europea comunichi le nuove linee guida e che il Ministero dell’Ambiente si adegui e le recepisca. “La Commissione Europea, infatti, entro l’anno comunicherà le nuove linee guida riguardanti i requisiti per il riuso delle acque reflue a fini irrigui e di ricarica della falda, forzare la mano e procedere oggi con il progetto originario significherebbe prendere in giro i cittadini e rischierebbe di avviare dei lavori che potrebbero subire una brusca interruzione”.
Rispetto al progetto originario, infatti, è stato presentato un progetto alternativo, condiviso da comitati e cittadini del territorio, che prevederebbe la depurazione e sanificazione totale delle acque reflue al fine di riutilizzarle sia in ambito agricolo e, attraverso una serie di bacini di accumulo, per usi civili ed ambientali, che per il ravvenamento della falda. Una ipotesi presa in considerazione anche dal Ministero dell’ambiente.
“Sentiamo tutti la necessità – dichiara Marco Galante – di trovare ed adottare una seria ed efficiente alternativa agli scarichi a mare. Con questo progetto alternativo ne guadagnerebbero sia l’ambiente che i cittadini tutti. Diciamo la verità ai cittadini”.
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