Signori e Signori buonasera! Ecco a voi l’evento più chiacchierato dissertato analizzato criticato amato e odiato dell’anno!
Se ne comincia a parlare l’estate precedente alla stregua del Natale che come lui arriva sempre in anticipo!
Quel sipario si apre e prende vita un teatro ideale e reale dove tutti piccoli e grandi, giovani e vecchi, atei e credenti, innamorati e cinici, malati e sani… tutti indistintamente hanno da dire qualcosa e quel qualcosa assume un significato importante come se la necessità di quel giudizio a caldo potesse aggiungere valore a un evento che, piaccia o no, accompagna la storia di questo nostro Paese.
Per una settimana ci si sfiderà a colpi di critiche e di applausi, non ci sarà look o abito che potrà sottrarsi all’occhio assassino dei telespettatori; non ci sarà ruga, trucco e parrucco che non sarà scandagliato e giudicato.
Tutto sarà ingigantito sotto i riflettori di una comoda e crudele platea che diventa spesso mandante di una gogna mediatica che la promuoverà protagonista al pari degli attori reali di questa kermesse.
Ogni anno lo si colpevolizza, si grida allo scandalo per i compensi, per gli ospiti inopportuni e a volte inutili e con la puzza sotto il naso (oltre che super pagati), per i conduttori che hanno sempre qualcosa da farsi perdonare, per lo spreco, per quella superficialità grossolana cui ci lasciamo trasportare e alla quale molti di noi sono pronti a rinunciare per una coerenza “intellettuale” che non permette di lasciarsi andare.
Dobbiamo però ammettere che nonostante le battute, le critiche, l’accanimento, i problemi economici, politici, sociali, Sanremo riesce a farci sentire parte di un collettivo dal quale a parole diciamo di non appartenere ma che poi guardiamo senza ammetterlo e serve ad alleggerire e sorvolare il nostro quotidiano e per qualche giorno far decantare problemi e pensieri .
Nei giorni in cui si consuma, diventa lo spunto per condividere, scambiare, parlare e anche riflettere! Non sono solo i massimi sistemi a sollecitare un emozione, una riflessione; tutto ciò che è vita, comunicazione bello o brutto che sia, negativo o positivo fa scattare un meccanismo, lo si critica, si analizza il suo potere catalizzatore, si prendono le distanze ma nello stesso tempo ci si interessa.
E allora credo che anche di fronte a Sanremo dovremmo metterci nell’atteggiamento giusto…quell’atteggiamento che consente di dare il giusto valore alle cose futili o importanti che siano senza dovere necessariamente attribuire loro una retrospettiva o un valore sociale predefinito.
Sanremo tratta di musica principalmente e la musica porta un idea di leggerezza e di armonia a prescindere; la musica è musica… produce emozioni che possono arrivare a ciascuno di noi con risultati diversi ma comunque qualcosa muovono e producono.
Perché non è detto che per essere “fighi” e di tendenza bisogna necessariamente demonizzare le cose futili e leggere. Di leggerezza avremmo bisogno tutti! Anzi ci servirebbe un mantra di innocue stupidaggini liberatorie per farci sorridere di noi e della nostra pomposa e a volte inutile prosopopea di “abbonati in prima fila” che la sanno lunga per forza. Signori ammettiamolo: lo critichiamo lo aborriamo ma alla fine tutti lo vedremo… perché, è banale, ma Sanremo è Sanremo!
Anna Marsella
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