MARUGGIO – Una sessantina di studenti dell’Alberghiero di Maruggio, la scuola dove Sara Scazzi avrebbe dovuto frequentare il secondo anno, ha manifestato ieri davanti all’istituto per ricordare l’amica scomparsa nel nulla dal 26 agosto scorso. Organizzata autonomamente dai ragazzi, l’iniziativa non ha avuto l’assenso del preside che in una circolare interna, fatta distribuire l’altro ieri in tutte le classi, avvertiva che l’eventuale assenza dalle lezioni sarebbe stata considerata come allontanamento collettivo non giustificato. Un divieto che non ha impedito agli amici di classe della ragazza e a tutti gli avetranesi di organizzare un sit-in davanti ai cancelli. Gli studenti hanno esposto cartelli con scritte di solidarietà per la loro compagna: «Sara ci manca, ridatecela indietro», recitava uno di questi. I manifestanti sono rimasti fuori in silenzio per non disturbare le lezioni di chi aveva deciso di ubbidire alla diffida di chi dirige l’istituto. «Abbiamo organizzato questa iniziativa per stare vicini alla famiglia e tenere alta l’attenzione sulla scomparsa di Sara» dice Paolo, il rappresentante d’istituto dell’Alberghiero di Leporano cui fa capo la succursale di Maruggio. Aggiungendo: «Non vogliamo che questa storia cada nel dimenticatoio, sono passati 38 giorni e il suo banco è ancora vuoto: vogliamo che Sara torni tra noi».
Tra i manifestanti di ieri c’era anche Davide, il diciassettenne che aveva catturato l’attenzione di Sarah a tal punto da scrivere il suo nome sui davanzali e sul banco di classe e sui diari. Con lui la quindicenne aveva avuto solo un breve contatto, «un bacio a stampo», lo definisce Davide che in quel periodo era fidanzato con un’altra ragazza per cui non ha voluto coltivare ulteriormente quell’amicizia diventata quasi ossessiva. «Mi cercava sempre e lo diceva a tutti che le piacevo», ha spiegato il diciassettenne che ora è tra i più strenui organizzatori di iniziative per ricordarla.
Del gruppo che sorreggeva gli striscioni ieri c’era anche Nicola Dentice, amico d’infanzia di Sara che ha espresso parole di speranza miste a disperazione. «Per me è ancora ad Avetrana o, comunque, non si è spostata di molto. Forse – ha aggiunto – voleva effettivamente fuggire da casa, qualcuno l’ha aiutata e poi forse l’ha tradita. Più passano i giorni e più si affievoliscono le speranze».
E’ stato lui, inoltre, ad esprimere sentimenti di rabbia nei confronti di chi non ha autorizzato il sit-in pro Sara. «Questa manifestazione – ha detto – è utile per far parlare ancora a livello nazionale della scomparsa di Sara, ma sono deluso perchè i docenti hanno snobbato l’iniziativa e molti studenti sono entrati o hanno approfittato dell’occasione solo per disertare le lezioni». Una chiusura da parte dei vertici che non è stata ben tollerata neanche da alcuni docenti favorevoli all’iniziativa.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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