Il superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta, per la quale si aspetta un riconoscimento.
Il superbo ostenta sicurezza e cultura e sminuisce i meriti altrui. La sua posizione psicologica è però più complessa: non sempre è realmente convinto di possedere tutte le qualità che lui stesso si attribuisce. Teme delusioni e insuccessi perché rivelerebbero la triste verità che egli stesso sospetta, quella di essere in realtà un mediocre, un normodotato, di rientrare nella media.
La superbia affonda le sue radici nel profondo dell’uomo, che è sempre teso alla ricerca e all’affermazione della sua identità. L’identità non è qualche cosa che si elabora al proprio interno, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento.
Il bisogno di riconoscimento nell’essere umano è fortissimo: forte al pari di altri bisogni più esistenziali…
Di solito la persona superba si conosce poco; é talmente infatuata di se stessa che ogni tentativo di renderla più consapevole si rivela inutile. Non vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione e gli piace la compagnia degli adulatori.
La superbia fa sì che l’uomo si opponga ad ogni trasformazione interiore; fa tutto il possibile perché l’uomo non veda ciò che c’è di buono nell’altro, non perdoni, non esprima i suoi sentimenti e le sue emozioni, non sia autentico, non cerchi di fare qualche cosa per la sua crescita personale.
La superbia è sottilmente imparentata con l’invidia, poiché il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta è superato non si rassegna, e l’effetto di questa non rassegnazione è l’invidia.
Al pari dell’invidia, anche la superbia ha un carattere “relazionale” nel senso che nessuno si insuperbisce in solitudine, ma sempre in relazione agli altri, di cui ha un assoluto bisogno per poter esprimere nei loro confronti la sua superiorità.
È il peccato più grave: chi ne è affetto si crede superiore a tutto e a tutti, è arrogante, orgoglioso, prepotente e presuntuoso, pensa di essere un dio sceso in terra a cui ogni cosa è dovuta e concessa.
Tommaso d’Aquino definiva la superbia un «amore smodato per la propria eccellenza»: vera o presunta è tutto da verificare!
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