In seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Taranto (titolari del fascicolo il Proc. Agg. Dr Maurizio CARBONE ed il Sost. Proc. Dr.ssa Marzia CASTIGLIA), personale della Polizia di Stato (Squadra Mobile – Sezione “Reati contro la persona, in danno dei minori e reati sessuali”) ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Taranto (Dr.ssa Vilma GILLI) nei confronti di un 47enne di Taranto gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale continuata in danno di adolescenti (in un caso anche in danno di un’infra-quattordicenne) frequentatrici di una palestra di Taranto, dal medesimo gestita.
In epoca successiva al novembre del 2012 e fino al giugno 2018, abusando dell’autorità connessa al proprio status di allenatore e di figura di riferimento, l’uomo ha costretto le adolescenti (due allo stato le vittime che hanno deciso di sporgere denuncia nei suoi confronti) a subire atti sessuali, senza che le stesse riuscissero ad opporre alcuna resistenza.
L’indagine scaturisce dalle dichiarazioni rilasciate da una delle ragazze in sede di ascolto protetto, nonché dalle dichiarazioni rese da altre ragazze indicate dalla stessa vittima e successivamente individuate dalla Squadra Mobile, anche loro frequentatrici della palestra gestita dall’indagato, ma che si erano allontanate senza una ragione apparente.
Le vittime hanno descritto l’uomo come persona che ha carpito la loro fiducia ponendosi come figura di riferimento, seguendole come loro allenatore, mostrando interesse per le loro attitudini sportive e sollecitandole a fare gare, anche allo scopo di acquisire sicurezza in se stesse. Facendo leva proprio su tale affidamento, l’uomo ha però iniziato a perpetrare gli abusi, creando le condizioni anche ambientali per evitare che le vittime reagissero, in particolare prospettando loro la necessità di massaggi, che lui stesso eseguiva in una saletta privata, provvedendo a chiudere a chiave la porta.
A riscontro del racconto delle vittime e di quanto confermato pure da alcuni testimoni, vi sono diversi sms che l’indagato era solito scambiare con almeno una delle vittime, i cui contenuti hanno dimostrato come dietro al rapporto, apparentemente solo confidenziale ed amorevole, tra allenatore ed allieva, si celasse invece un interesse morboso dell’indagato, che non disdegnava di rivolgere apprezzamenti anche espliciti sulla bellezza fisica dell’allieva.
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