Sono giunti questa mattina nel porto di Taranto i 342 migranti, quasi tutti di nazionalità eritrea, tra cui 135 donne e 27 bambini, soccorsi dal pattugliatore della Guardia Costiera islandese “Tyr” nell’ottica del dispositivo di pattugliamento e protezione delle frontiere europee “Frontex”.
Le operazioni di sbarco dei migranti, condotte con l’assistenza ed il personale della Capitaneria di Porto di Taranto, si sono regolarmente concluse nel primo pomeriggio senza incidenti. Dopo essere stati rifocillati e sottoposti ai primi accertamenti sanitari, i migranti sono stati smistati nei vari centri di accoglienza sul territorio individuati dalla Prefettura jonica.
Intanto, la circostanza della sosta nel Porto di Taranto ha offerto l’occasione al Comandante del Pattugliatore della Guardia Costiera islandese di far visita al Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto, Capitano di Vascello Giuseppe Famà, incontro a cui hanno preso parte anche il prefetto vicario, il questore ed il comandante provinciale dei Carabinieri.
L’incontro, al di là di un gesto di cortesia rivolto alle massime istituzioni locali ed al rappresentante della Guardia Costiera italiana, che nel ringraziare il comandante del pattugliatore ha rivolto al comandante islandese il saluto di tutta la comunità jonica per l’encomiabile lavoro che tutto il suo equipaggio ha posto in essere, è stata l’occasione per un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze in relazione all’attività di soccorso ai migranti che, come è noto, vede coinvolte in un apposito dispositivo internazionale, diverse Marine straniere.
Il pattugliatore Tyr era stato coinvolto, sempre nelle acque del Golfo di Taranto, nelle operazioni di rimorchio della nave Ezadeen, abbordata da un team di personale della Capitaneria di Porto di Taranto e Gallipoli e dirottata nel porto di Corigliano Calabro insieme al suo carico di 796 migranti provenienti dalla Siria.
Il Tyr rimarrà ormeggiato all’interno del Porto Mercantile di Taranto fino a domani per le necessarie operazioni tecniche, prima di riprendere la sua navigazione verso le aree marittime interessate dal flusso migratorio.
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