sabato 23 Novembre, 2024 - 17:38:39

Taranto – Da domani al via il rito più importante della Pasqua tarantina. L’uscita dei “Perdoni” e il pellegrinaggio della Vergine

I riti della Settimana santa di Taranto sono degli eventi che si svolgono nella città a partire dalla Domenica delle palme. Questi riti della Settimana santa risalgono all’epoca della dominazione spagnola nell’Italia meridionale. Furono introdotti a Taranto dal patrizio tarantino don Diego Calò, il quale nel 1703, commissionó a Napoli le statue del Gesù morto e dell’Addolorata. Nel 1765 il patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, erede e custode della tradizione della processione dei Misteri del Venerdì santo, donò alla Confraternita del Carmine le due statue che componevano la suddetta processione e la prima volta fu il Venerdì Santo 4 aprile 1765, attribuendole l’onore e l’onere di organizzare e perpetrare quella tradizione cominciata circa un secolo prima.

I Perdoni

“Perdúne”
I Perdoni (le Perdúne in dialetto tarantino) sono poste, coppie, di Confratelli del Carmine, che nel pomeriggio del giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestite i “sepolcri”, altari della reposizione. La coppia che esce dal portone della sagrestia – rivolta verso il Borgo Nuovo – compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Nuova e si chiama “posta di campagna”, a ricordo del fatto che alle origini dei Riti, tale zona della città non esisteva, mentre la coppia che esce dal portone principale, rivolto verso il nucleo antico della città, compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Vecchia e per questo conserva il nome di “posta di città”. Oltre i “Sepolcri” del borgo antico, visitano anche la chiesa di San Domenico per il saluto alla Vergine Addolorata prima dell’uscita della stessa nella processione notturna. i Perdoni sono scalzi e vestiti con l’abito tradizionale di rito che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta color crema abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate “Decor” e “Carmeli” in seta blu chiaro; un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi; un cappello nero bordato con nastro blu chiaro, dai cui lati scendono altri due nastri anch’essi blu, indossato in testa sul cappuccio o appoggiato sopra le spalle, fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un’asola che si trova nell’abbottonatura della mozzetta e guanti bianchi di cotone o di pelle. I Perdoni portano inoltre una mazza, chiamata “bordone”, alta circa due metri che simboleggia l’antico bastone dei pellegrini: infatti le Perdúne sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati. Un’altra teoria, riconducibile allo studioso di tradizioni tarantine Angelo Fanelli, vuole, invece, che il termine derivi dalla deformazione dialettale di “bordone”, cioè del nome del bastone uncinato che usavano i pellegrini. Un dondolio chiamato in dialetto tarantino “nazzecata”, caratterizza l’incedere lentissimo dei confratelli penitenti[4]. L’uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana santa tarantina che coinvolge l’intera cittadinanza. (Wikipedia)

Giovedì Santo, l’uscita dei perdoni e il pellegrinaggio della Vergine

Alle ore 10.00, all’interno della Concattedrale, l’arcivescovo presiederà la Messa del Crisma con la rinnovazione delle promesse sacerdotali, la benedizione degli oli santi e il ricordo degli anniversari di ordinazione sacerdotale dei presbiteri che festeggiano i propri giubilei in questo anno.

Uno degli appuntamenti più attesi è rappresentato dall’uscita della cosiddetta ‘prima posta’ di perdoni dalla chiesa del Carmine che avviene alle ore 15.00. L’avvio della prima coppia di confratelli verso la città vecchia, e quindi verso l’adorazione degli altari della reposizione allestiti nelle chiede dell’isola, ha un altissimo valore simbolico e riporta la mente dei fedeli ai tempi antichi quando il fulcro della vita tarantina era nel borgo antico e la parte nuova della città era ancora in via di espansione.

Non a caso si suole distinguere due tipi di ‘giri’ effettuati dai perdoni. Quello di città (effettuato a Taranto vecchia) e quello di campagna (che si svolge prevalentemente nel borgo umbertino).

Alle 18.30, invece, nella Cattedrale San Cataldo ci sarà la messa “In Coena Domini” con la lavanda dei piedi. L’arcivescovo laverà i piedi a dodici rappresentanti della comunità di Città Vecchia.

Intorno alle 23.00, l’uscita dalla chiesa di San Domenico della processione dell’Addolorata, cui, intorno alla mezzanotte, farà seguito il messaggio di apertura del pellegrinaggio da parte dell’arcivescovo.

Venerdì Santo e la processione dei Misteri

Alle 18.00, in Concattedrale, l’arcivescovo presiederà l’azione liturgica della Passione del Signore, con l’Adorazione della Croce.

Intorno alle 17.00 dovrebbe invece prendere il via la processione dei Misteri con la progressiva uscita dei simulacri dalla chiesa del Carmine e l’inizio del pellegrinaggio per le strade del centro di Taranto. Alle 20.00 l’arcivescovo terrà l’ormai tradizionale discorso dal balcone Carmine.

Sabato Santo

Alle 23.00, presso la Concattedrale, si terrà la Veglia di Pasqua.

Domenica di Pasqua

Alle 9.30 si svolgerà la messa nella Casa circondariale di Taranto, mentre alle 11.30, monsignor Filippo Santoro celebrerà la messa “in Resurrectione Domini” presso la Concattedrale.

GALLERIA FOTOGRAFICA: DOMENICO SEMERARO 

 

 

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