Nella nottata appena conclusa, al termine di una rapida ed ininterrotta attività investigativa, i Carabinieri della Compagnia di Taranto hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un uomo, trentacinquenne, di nazionalità rumena, ritenuto l’autore dell’omicidio stradale avvenuto tra mercoledì e giovedì che ha travolto e ucciso la tarantina Rossella Secci il 16 giugno scorso.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore.
L’uomo sarebbe stato alla guida del furgone che ha investito la vittima mentre attraversava in via Cariati nel centro di Taranto. Dopo aver travolto la donna il conducente del furgone aveva continuato la corsa senza fermarsi per prestarle soccorso. i militari avevano rinvenuto il furgone in una strada del centro abitato. Il mattino dopo i carabinieri avevano rinvenuto il mezzo con targa rumena che ha portato le indagini al presunto guidatore in quella tragica notte.
- Aggiornamento ore 12.00 del 19/06/2016
Il soggetto, un 35enne di nazionalità rumena, con precedenti per rapina e furto, da alcuni anni in Italia, è stato individuato e rintracciato all’interno dell’area di sosta degli autobus a ridosso del porto mercantile del capoluogo ionico.
L’attività d’indagine aveva preso le mosse dall’esame delle immagini di numerosi impianti di videosorveglianza pubblica e di esercizi commerciali ubicati nei tratti che precedono e seguono, in via Garibaldi e via Cariati, il punto esatto in cui si è verificato l’investimento mortale, non ripreso da alcuna telecamera. L’analisi del transito veicolare aveva già consentito ai Carabinieri di individuare il veicolo “pirata” in un autofurgone Renault Kangoo di colore bianco, successivamente rinvenuto abbandonato in via Livio Andronico di Taranto, sprovvisto della targa anteriore, persa nell’impatto, poco dopo lo stesso, anch’essa recuperata dai militari a seguito di sopralluogo.
I rilievi tecnici effettuati sul veicolo dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto, hanno consentito di rinvenire, all’interno dello stesso, alcuni documenti dalla cui analisi i Carabinieri sono risaliti ad alcuni soggetti appartenenti alla comunità rumena stanziale di Taranto, la cui collaborazione si è poi rivelata determinante per acquisire elementi utili a carico dell’uomo, abituale utilizzatore del veicolo in questione, da alcuni mesi, sebbene non ci fosse stato un passaggio di proprietà formale.
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