Cari amici, nell’attesa che venga fatta chiarezza sulla improvvida demolizione o crollo del fortino militare (“casamatta”) posto in adiacenza alla nostra Torre dell’Ovo, voglio a bassa voce ricordare che detta torre fu citata per la prima volta nel 1591.
Situata su un promontorio dominante un’ampia insenatura, dove, in epoca feudale, sorgeva l’antico porto di Maruggio, costituiva un presidio contro le minacce (pirati) provenienti dal mare.
La scelta del luogo per la costruzione della torre rispondeva a precise necessità di natura strategica poiché, occupando il punto più alto del promontorio, essa consentiva una visione ampia e completa per l’avvistamento di eventuali imbarcazioni corsare in avvicinamento. Circa l’anno esatto della sua costruzione, alcune recenti ricerche hanno rilevato che nel marzo del 1566 (1568) si tenne in Taranto un’asta pubblica, da parte di Alonso Salazar, finalizzata alla costruzione di detta torre (erroneamente datata da Wikipedia nel 1473). Divenne presto “posto di avvistamento per cavallari (cavalieri di Malta) ai quali ultimi era affidata la guardania.”
Ai cavalieri crociati era comandato “a far la guardia di giorno e di notte, fare i soliti segni acciocché le genti (maruggesi) dei luoghi vicini avvisati, poiché accorrendo possano ritirarsi al Fronte dentro la Terra… (di Maruggio)”. Nei secoli successivi prestarono servizio altre guardie… fino a che… nel secolo XIX la torre diventerà sede delle Guardie Doganali quindi, durante la prima guerra mondiale, verrà utilizzata come postazione logistico-militare. In seguito fu destinata, fino agli anni ’50 del secolo scorso, come sede della Marina Militare.
Gli ultimi interventi di piccola manutenzione risalgono agli anni 1968/’69, quando la torre ospitò i componenti di una spedizione archeologica della Marina Militare Americana, incaricati di esplorare il “prezioso” mare di Monte dell’Ovo.
Abbandonata all’incuria degli amministratori locali del tempo e all’ingiustificabile indifferenza della Capitaneria di Porto di Taranto, negli anni ’70 fu adibita (ahimè!) a pizzeria. Dagli anni ’80 ad oggi… è tutt’altra storia, di cui non voglio scrivere. Non ho occhi per vedere, né orecchie per sentire e tanto meno lingua per parlare.
Dopotutto Oscar Wilde scriveva: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.”
Tonino Filomena