lunedì 23 Dicembre, 2024 - 5:15:15

Tra storia e leggenda: l’uomo gettato nel pozzo e lapidato nei pressi di Pasano (Sava)

Zona Grava: l’ “acquaroni”. In questa località, adiacente Pasano, si trovano cisterne e pozzi in abbondanza

Nel libello anonimo del 1897 dal titolo “I miracoli di Maria SS. Di Pasano” vi è la descrizione di un grande quadro che si trovava “sul sommo della porta di entrata” della chiesa, e che, a detta dell’autore dello scritto

rappresenta due miracoli della Vergine di Pasano, l’uno, a destra di chi guarda, è quello di un uomo gettato in un pozzo; l’altro a sinistra, di un sacerdote del Capo”.

Questo quadro, che forse era un affresco, non è più presente: in alto, sulla porta della chiesa, vi è uno spazio vuoto e incorniciato, che forse conteneva in origine, appunto, il dipinto.

Lo spazio vuoto all’interno della chiesa, sovrastante l’ingresso, nel quale forse vi era il dipinto

Lo storico savese Gaetano Pichierri individua l’uomo gettato nel pozzo nella figura di tal Giacomo Massafra, ma senza fornire spiegazioni in merito alla vicenda, al personaggio e al motivo per il quale fu gettato nel pozzo. Non è chiara neanche la datazione dell’episodio, e solo rispetto al “miracolo” nei confronti del “sacerdote del Capo” (del quale scriverò in altra occasione) il Pichierri ipotizza che si tratti, in questo caso, di una storia relativa al 1660 circa.

L’episodio dell’uomo nel pozzo rappresentato nel dipinto dovrebbe essere lo stesso che è descritto in un manoscritto del 1801, attribuito all’ Arciprete Luigi Spagnolo e intitolato “Orazione panegirica in lode della Prodigiosissima Vergine Maria sotto il Titolo di Pasano”.

Frontespizio del manoscritto di Luigi Spagnolo

Luigi Spagnolo, che (come ci rammenta il Coco) fu arciprete in Sava dal 1800 al 1828, descrive in questo suo manoscritto alcuni “miracoli” operati dalla Vergine di Pasano, partendo dal noto episodio dello “schiavo”. Il secondo episodio riportato dallo Spagnolo riguarda, appunto, la vicenda dell’uomo gettato nella cisterna. In un sunto di poche righe, il sacerdote ottocentesco descrive questo accadimento e il successivo presunto miracolo: l’uomo sarebbe stato gettato in un pozzo vuoto da alcuni suoi nemici, non è dato capire per quale motivo, e sarebbe stato preso a sassate. Poichè non morì a seguito di questa lapidazione, si ritenne che fu aiutato e miracolato dalla Madonna: qui si inseriscono, ovviamente, una interpretazione e una descrizione propagandistica (a favore del “potere” miracolistico della Madonna di Pasano) dell’esito, da parte dell’ arciprete. Gli aguzzini credettero morto il loro nemico dopo averlo ripetutamente colpito con pietre, e andarono via: ma l’uomo, benchè “sepolto” dai macigni, scampò la morte, secondo l’arciprete, per mezzo dell’intervento divino. Il manoscritto recita testualmente:

“… un nostro concittadino gettato non da’ propri fratelli, quale un tempo l’ Ebreo Giuseppe, ma da una masnada di crudeli nemici avidi del suo sangue: essendo stato buttato a fondo di una dissipata cisterna; all’invocazion di Maria sotto il titolo di Pasano videsi col manto dell’ Amabilissima Protettrice così saldamente coverto, che per quanti sassi li vennero scagliati addosso, quasi in tondo ad uno scudo celeste, rimbalzarono indietro: onde, creduto da’ suoi avversari infranto già, e fra macigni sepolto, potè, libero e franco, fare al natìo albergo ritorno”.

 

Laddove lo Spagnolo cita “l’ Ebreo Giuseppe”, si riferisce alla storia di Giuseppe figlio di Giacobbe raccontata nella Genesi: i dieci fratelli maggiori di Giuseppe, di lui gelosi a causa della predilezione del loro padre per l’ultimo nato, decisero di gettarlo vivo in una cisterna vuota e di venderlo poi come schiavo ai mercanti (fecero poi credere al padre e a Rachele che era stato ucciso dai lupi). Lo Spagnolo paragona dunque la storia del cittadino savese a questo episodio biblico, evidenziandone tuttavia le differenze.

Uno stralcio del manoscritto, nella parte che narra l’episodio dell’uomo lapidato
Basilica Superiore di Assisi, particolare del dipinto (molto rovinato) detto “Giuseppe calato nel pozzo”, 1291-1295 circa

 

La chiesa di Pasano

Gianfranco Mele

BIBLIOGRAFIA

Anonimo, I miracoli di Maria SS. di Pasano, Tipografia D’Errico, Manduria, 1897

Gaetano Pichierri, La devozione alla Vergine di Pasano attraverso la lettura di due documenti del secolo scorso”, in Omaggio a Sava, a cura di V. Musardo Talò, Del Grifo Ed., Lecce, 1994

Primaldo Coco, Cenni Storici di Sava, Tip. Giurdignano, Lecce, 1915

Luigi Spagnolo, Orazione panegirica in lode della Prodigiosissima Vergine Maria sotto il Titolo di Pasano, manoscritto s.d. (data presunta: 1801)

Gianfranco Mele, Propaganda miracolistica sulla Madonna di Pasano (Sava): alcuni stralci di un manoscritto ottocentesco, La Voce di Maruggio, sito web, agosto 2019

Gianfranco Mele, La vera e triste storia dello schiavo di Pasano: nessun “miracolo”, ma un accadimento di ordinaria amministrazione edulcorato dalla diplomazia ecclesiastica, La Voce di Maruggio, sito web, agosto 2019

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Notizie su Gianfranco Mele

Gianfranco Mele
Sociologo, studioso di tradizioni popolari, etnografia e storia locale, si è occupato anche di tematiche sociali, ambiente, biodiversità. Ha pubblicato ricerche, articoli e saggi su riviste a carattere scientifico e divulgativo, quotidiani, periodici, libri, testate online. Sono apparsi suoi contributi nella collana Salute e Società edita da Franco Angeli, sulla rivista Il Delfino e la Mezzaluna e sul portale della Fondazione Terra d'Otranto, sulla rivista Altrove edita da S:I.S.S.C., sulle riviste telematiche Psychomedia, Cultura Salentina, sul Bollettino per le Farmacodipendenze e l' Alcolismo edito da Ministero della Salute – U.N.I.C.R.I., sulla rivista Terre del Primitivo, su vari organi di stampa, blog e siti web. Ha collaborato ad attività, studi, convegni e ricerche con S.I.S.S.C. - Società Italiana per lo Studio sugli Stati di Coscienza, Gruppo S.I.M.S. (Studio e Intervento Malattie Sociali), e vari altri enti, società scientifiche, gruppi di studio ed associazioni.

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