Si è svolto con il consueto successo e consenso la trentesima edizione del Premio alla Cultura “Giuseppe Troccoli – Magna Grecia” nello straordinario scenario del Teatro Comunale di Cassano Ionio – Cosenza. Un Premio nella storia di un territorio sottolinea sempre l’importanza di un profondità di interessi culturali. Soprattutto quando si tratta di una Istituzione che dura da trent’anni. Il merito di questa coerenza va certamente a chi ha avuto l’idea di realizzare un riconoscimento nel nome di uno scrittore che è dentro la storia letteraria italiana partendo dalla Magna Grecia.
Mi riferisco al suo fondatore: Martino Zuccaro. Accompagnato nel corso degli anni dalla famiglia Zuccaro e soprattutto della figlia Erminia. Il legame tra lo scrittore Giuseppe Troccoli è importante e resta fondamentale non solo sul piano letterario ma geografico, puntando proprio sul valore territoriale della grecità
Il Premio nato come semplice evento per fare turismo – culturale, è salito agli onori meritandosi l’attenzione di diversi Ministeri oltre che dei media nazionali. La sua immagine è entrata nel circuito nazionale. L’attenzione rivolta al Premio da parte di noti giornalisti, scrittori, editori, uomini dello spettacolo ha stimolato l’interesse generale per il nostro territorio e contribuito ad alimentare un dibattito oltre le mura cittadine. Il Premio ha provocato l’azione per la ricerca. Si pensi all’interesse nato su Giuseppe Troccoli.
Dalla traduzione dei Beni Culturali alla lettura della civiltà contadina, dal recupero della memoria storica, alla valorizzazione delle tradizioni popolari legate ai momenti religiosi, in cui la tradizione è punto nevralgico. Il mondo della scuola è stato sempre un riferimento. Infatti la loro presenza diventa sempre più riferimento.
Un premio, abbinato alla scuola e ad un tema centra che riguarda i valori umani, alla cultura che recupera le sottolineature mediterranee di un territorio è sempre una manifestazione di ricerca. E qui, tra i vicoli si parla un linguaggio le cui icone sono un esemplare di memoria. Ecco perchè ha visto protagonisti personalità come Corrado Calabrò, Francesco Grisi, Giuseppe Trebisacce, Daniele Giancane, il Nunzio Apostolico Lucibello e diversi rettori, docenti università, scrittori e poeti.
Un Premio, questo, dunque, che sottolinea l’importanza del rapporto tra cultura, amemn e territorio. I raccordi sono i raccordi promozionali e progettuali di tale manifestazione. Ma perché una tale manifestazione? Lo scopo è quello di raccordare la cultura del territorio con la storia. Ciò ha significato creare legami che pongono al centro la riscoperta di modelli identitari con una mobilitazione che guarda alla valorizzazione. Il territorio è un dato prioritario che impone sempre un approfondimento sulla consapevolezza di una civiltà. Un Premio può dare impulso ad una educazione alla conoscenza e quindi può spingere verso un percorso valorizzante del territorio? Direi proprio di sì. E’ stata una splendida manifestazione che ha messo insieme un numerosissimo pubblico all’interno di un contesto storico e turistico.
Si tratta di un Premio che ha un progetto ben finalizzato all’interno del territorio nel quale è nato. Pensare a un tema tra identità del territorio e tematiche affrontate è penetrare quegli elementi mediterranei che hanno dominato nella nostra civiltà e che non smettono di essere elementi partecipanti nel nostro quotidiano vivere il territorio.
Proprio per questo si è pensato di stipulare un patto culturale attraverso un Premio che non dimentichi le eredità del Mediterraneo ma che trovi nel Mediterraneo un humus di civiltà e di futuro. Bisogna saper guardare al Mediterraneo, attraverso il laboratorio del territorio – paese, puntando l’obiettivo al futuro.
Memoria, dunque, e futuro. Un raccogliere le istanze che ci provengono dalla storia ma che vivono dentro il contemporaneo. Il Mediterraneo vive dentro di noi, dentro i segni di una memoria – civiltà. Ecco lo spirito che si vuole dare ad una tale manifestazione. Si pensi che nei primi anni, per più di un decennio, si collegava ad un convegno di studi nel quale si argomenta il legame tra letteratura e Troccioli attraverso altre personalità.
Trent’anni sono il mezzo del cammino della nostra cita e ci apprestiamo ad andare oltre. Bisogna sempre andare oltre…
Pierfranco Bruni