Per “tria”, in particolare, si intende una pasta fresca e preparata a mano che ha la forma di una tagliatella, condita con ceci o sugo di pesce. Era uso che nel giorno di San Giuseppe i pochi benestanti locali facessero preparare e distribuissero questo piatto ai più poveri e bisognosi del paese. Avetrana ha mantenuto questa tradizione, benché negli anni siano mutati i destinatari di questa offerta, oggi infatti aperta a tutto il paese che accorre con entusiastica partecipazione, mentre il termine Tria ha dato il nome anche alla celebrazione di offerta collettiva di questo prelibato pasto.
Al contempo, oggi la tria è preparata e cucinata dalle associazioni civili e religiose, da gruppi spontanei di privati cittadini e dai ristoranti del paese, i quali portano sulle tavole in onore del Santo questa pasta fresca insaporita con i prodotti più genuini.
La giornata ha inizio con una celebrazione presso la suggestiva Cappella di San Giuseppe posta nell’omonima piazzetta, appena fuori dal centro storico. L’evento religioso costituisce anche l’occasione per ammirare tale cappella, durante l’anno chiusa al pubblico ed ai fedeli, presso cui è custodita una tela che raffigura la morte del Santo ed una scultura a busto.
Successivamente si tiene la celebrazione solenne nella Chiesa Madre, al termine della quale, con una breve processione, la statua del Santo, accompagnata dalla Banda, dalle autorità civili e dal Parroco, viene condotta presso la Piazza Vittorio Veneto.
In questa piazza sono allestite lunghe tavolate sopra le quali vengono posizionate ampi pentoloni di tria e pirofile colme delle più genuine specialità avetranesi.
Il parroco procede alla benedizione del pasto, invocando la protezione del Santo e riunendo in preghiera gli avetranesi presenti, in un clima misto di solennità per l’evento religioso e di familiarità per la prossima condivisione del pasto.
Il rito religioso lascia poi lo spazio a quello propriamente sociale, quando, rispondendo all’invito del parroco , ciascuno sceglie con cura il piatto che intende assaggiare e si posiziona intorno ai tavoli da cui viene offerta una fumate e prelibata pietanza a base di pasta fresca condita con pesce o frutti di mare, o accompagnata da ceci.
Di anno in anno la tria viene arricchita e reinventata dalla fantasia e maestria dei cuochi -di professione o improvvisati- che partendo dalla pasta tradizionale, offrono al palato ed al gusto degli avetranesi nuovi condimenti. Non mancano poi i piatti che vengono concepiti come accompagnamento alla pasta, tra cui si segnala la frittura di pesce e le verdure in pastella.
Si mangia così, in piedi, al centro della piazza o seduti sulle sue panchine, e si consuma la degustazione chiacchierando con i concittadini diventati anche commensali, dopo aver ringraziato San Giuseppe ed il volto conosciuto che ha offerto il piatto, tra i generali cenni di saluto suggeriti dalla circostanza di ritrovarsi tutti ospiti del medesimo banchetto.
Le tradizioni legate alla tria, tuttavia, non si esauriscono nell’assaggiare la pasta in piazza nella soleggiata mattina di marzo insieme ai propri compaesani, poiché, connessa al pasto, vi è l’attenzione per chi, anziano o ammalato, non ha potuto essere presente. Gli avetranesi ricordano dunque di chiedere una porzione di tria per chi è rimasto a casa ed al termine, mentre la piazza comincia a sgomberarsi dei tavoli e la folla defluisce per le vie del paese, non è raro incontrare chi percorre la strada tenendo saldo in mano un piatto coperto da portare in rinnovata offerta.
La Tria di San Giuseppe può apparire al turista di passaggio o all’avventore, pura gastronomia o folklore, tuttavia per gli avetranesi è un evento di sentita devozione ed una piacevole occasione di incontro sociale, ma soprattutto è uno di quegli eventi in cui si rinnova il senso di comunità del paese e si riscopre la gioia di appartenervi.
Maria Rosaria Dimitri
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!