Eravamo sotto l’uliveto.
La storia dei popoli tra il racconto dell’Occidente, nelle diversità antropologiche, e il narrare dell’Oriente, negli sguardi dei deserti e dei mari, ha radici d’ulivo.
Radici che si intrecciano tra il cadere di rami di palme e la le luci che filtrano la notte e le ombre tra i rami degli uliveti. Tutto si consumo’ nel giorno delle Palme con il simbolo del ramoscello di Ulivo.
Tra l’amore e il tradimento.
Il bacio di Giuda. Le ombre nel Getsemani con le foglie d’ulivo intrecciate tra i capelli e le tuniche.
L’Ulivo è il cordone di un paesaggio che lega i Mediterranei che portiamo nell’anima.
L’Ulivo è la memoria della terra in una cultura del sacro che si raccoglie in un vissuto popolare che include altri vissuti e nuove nostalgie.
Dalle nostre parti l’ulivo diventa un abitare la terra e abitare la terra è vivere un radicamento come quelli di Ulisse tra le sue piante e nel suo talamo ritrovato con il corpo di Penelope.
Intreccero’ le mie dita tra i tuoi capelli e i tuoi capelli sembrano fili di foglie di antichi uliveti.
Raccogliero’ le tue mani dove la terra ha radici e le radici hanno lo scavo di secoli di ulivi piantati quando il deserto era una distesa di antichi uliveti che giungevano sino alla roccia di mare.
Ma noi eravamo sotto quell’ulivo. Di notte o nel meriggio mentre la luna specchiava i tuoi occhi.
I tuoi occhi immessi come olive verdi nel profondo dei nostri cuori.
Ho ritrovato nel cassetto queste parole.
Parlano di un amore ma anche di una terra.
Poi mi hai detto: Ricordi quel pomeriggio di marzo?
C’era il Dio del Sole che bruciava nella sua primavera e noi trovammo il riposo sotto quell’ulivo e lì facemmo l’amore tra le foglie e i rami sparsi mentre il vento dava suono al cadere di altri piccoli rami verdi.
Fu il nostro segreto quell’ulivo dove fummo fedeli ai nostri appuntamenti.
Eravamo sotto l’uliveto.
Ma tutto ha una nostalgia di sguardi persi e che non saranno più sguardi ma soltanto ricordo.
Come resterà ricordo l’immagine di mio padre che recuperava la sua infanzia nel labirinto delle nostre campagne, dove gli ulivi dialogavano con il vigneto e i giorni erano un cantos dove resta bloccata una indelebile memoria.
Tutto è memoria. Anche il vento tra gli uliveti che mi riporta un tempo che non c’è più.
Mio caro lettore.
Uccideranno gli uliveti
Potranno farlo
Ma Uccideranno la nostra anima le nostre storie i nostri vissuti e chi commettera’ ciò non sa che suicidera’ il destino di civiltà o il tempo delle civiltà nel destino dei popoli.
Noi resteremo sotto l’uliveto!
Pierfranco Bruni