Quale città normale (che vive del suo mare) può circondarsi di tonnellate di rifiuti in una laguna che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello?
Quale città normale (che fa del suo mare la principale attrazione turistica) rimanere indifferente di fronte a chi continua ad ammazzare la sua stessa fonte di vita?
Quale città normale (che combatte contro i fumi inquinanti delle sue industrie) può far finta di nulla innanzi ad un mare di rifiuti?
*La foto documenta l’ennesimo disastro a Taranto, al di sotto del Ponte Punta Penna: tonnellate di rifiuti composti da reti da pesca, cassette di polistorolo, bottiglie di plastiche e tanto altro.
La foto documenta la mole incredibile di rifiuti provenienti dalle attività di pesca.
Sono così tante le reti da pesca che proprio non si può far finta di ignorare.
Da anni sento parlare di caratterizzazioni, di bonifiche, di milioni di euro per il recupero del Mar Piccolo.
In realtà, io vedo tanto disamore.
Se non fosse per associazioni come Plasticaqquà che da sempre si adopera per ripulire le coste tarantine, saremmo letteralmente sommersi dallo schifo.
Qui non si tratta di ripulire.
Qui si tratta di capire quale strategia utilizzare per ricominciare da noi.
Altro che turismo! Altro che valorizzazione!
Qui mancano proprio le basi.
Qui manca la volontà di azzerare tutto, compresa quella menmtalità ottusa di alcuni tarantini che ancora non comprendono che il futuro dipende da noi stessi. E non dal Sindaco.
*La foto è stata scattata dalla prof.ssa Rossella Baldacconi, nota per le sue mille battaglie a difesa del mare.
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