È una giornata luminosa a Desenzano del Garda, durante il raduno interregionale dell’ANMI (Ass. Nazionale Marinai d’Italia) in occasione del 90° Anniversario ANMI della locale delegazione. Io, fotoreporter, mi trovo tra la folla, immerso nel fermento di questo grande evento, con i colori luminosi delle bianche uniformi e la solennità delle cerimonie. Mentre scruto l’ambiente alla ricerca dello scatto perfetto, un volto familiare cattura la mia attenzione: è Arturo, un mio compaesano, incontrato a circa 1000 chilometri di distanza dal nostro paese natale.
Arturo, musicista nella fanfara della Marina Militare, ha una lunga storia di passione per la musica. A soli 8 anni imbracciava già il suo clarinetto, suonando nella banda del nostro paese. La sua dedizione lo ha portato a conseguire il Diploma Accademico di II Livello in Composizione Jazz presso il Conservatorio di Musica G. Puccini a La Spezia. Oggi, indossa l’elegante uniforme bianca della Marina Militare e stringe il suo clarinetto lucido, pronto a esibirsi.
Il nostro incontro è completamente casuale, ma carico di significato. Ci guardiamo per un momento, increduli, come se il destino avesse orchestrato questo sorprendente incontro lontano da casa. Ci salutiamo calorosamente, stupiti di trovarci lì. Gli racconto della mia presenza a Desenzano come fotoreporter, intento a immortalare l’atmosfera dell’evento, mentre lui mi parla con entusiasmo del suo ruolo nella Fanfara.
Nel frattempo, qualcuno tra la folla nota il nostro incontro e, con grande tempismo, lo immortala in una fotografia. Quel momento, così inaspettato e simbolico, diventa un ricordo tangibile di un legame che, nonostante la distanza e il tempo, resta immutato.
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