Nella mattinata di ieri gli agenti della Polizia di Stato ha dato eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di nazionalità albanese di 33 anni residente a Statte, per maltrattamenti, lesioni, estorsione e detenzione illegale di arma da fuoco.
A denunciare i gravi fatti, nei primi gironi di luglio, è stata la convivente dell’uomo, che ha raccontato ai poliziotti alla Squadra Mobile le continue aggressioni verbali e fisiche subite negli anni, legate spesso a richieste di denaro che l’uomo pretendeva per l’acquisto di stupefacenti.
In una circostanza, al culmine di una delle tante brutali aggressioni fisiche, fatte di calci e pugni, l’uomo era giunto persino a stringere una cintura intorno al collo della donna.
La gravità delle condotte è legata pure al fatto che le stesse venivano consumate anche in presenza dei figli minori della coppia, che terrorizzati, più volte hanno chiesto aiuto a familiari abitanti nei pressi della loro abitazione, il cui solo intervento ha scongiurato conseguenze ben peggiori.
Nell’ultimo periodo, il reiterato consumo di stupefacenti da parte del 33enne albanese ha fatto sì che i suoi scatti d’ira e di violenza divenissero sempre più frequenti.
Al rifiuto da parte della donna di assecondare le sue richieste di denaro o di avere consegnate le chiavi dell’auto (in quanto privo di patente perché ritiratagli), l’uomo reagiva sempre con maggior violenza, giungendo in un caso ad afferrarla per la testa e sbatterla ripetutamente contro un muro.
A destare maggior allarme, ancora più di recente, l’ulteriore circostanza che la donna ha riferito ai poliziotti di aver non solo subito chiare minacce di morte – l’uomo le diceva infatti di avere in serbo per lei dei proiettili – ma di aver notato pure una pistola e dei proiettili nascosti in un mobile.
Quest’ultima circostanza ritenuta assai verosimile visti i precedenti dell’uomo, già condannato in passato per rapina a mano armata.
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